I cento passi è un film sul potere illegale quindi, sulla mafia, sulla giustizia: un film politico, che prende avvio dalle immagini di un bambino pensoso, il piccolo Peppino Impastato, dallo sguardo pieno di domande. M a c’è niente che possa meglio raffigurare l’idea stessa della filosofia “nata dalla meraviglia” come dice Aristotele?
In questo film Peppino utilizza l’ironia (Socrate) per intercettare la realtà, per svelare la menzogna mostrando il male, cioè la mafia, la speculazione e la violenza. L’impegno politico diventa ricerca di verità e perciò stesso in qualche modo un’indagine filosofica.
Il film ci permette di affrontare due concetti importanti in filosofia: la giustizia e la bellezza. Il tema della giustizia ci permette di collegarci con Platone, con il suo modo diverso di fare politica secondo giustizia e non come semplice esercizio di potere.
Il tema della bellezza è introdotto dallo stesso Peppino : “non ci vuole niente a distruggere la bellezza… bisognerebbe insegnare alla gente a riconoscere e a difendere la bellezza. Da quella scende giù tutto.” Questo ci rimanda ancora a Platone che nel Simposio scrive che per salvarsi dalla morte ed essere felice l’uomo deve perpetuare se stesso attraverso l’amore, attività che consiste “nel partorire in bellezza sia nel corpo sia nell’anima”. Il bello è lo strumento che unendo l’uomo alla verità divina lo salva dalla morte. Vi è un nesso tra la giustizia che è riflesso dell’ordine e della misura divina, e la bellezza, le cui tracce, a saperle individuare, ci indirizzano sulla giusta via.
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