" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

Le battute dei filosofi (parte 2)

martedì 19 aprile 2011

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Riguardo a Platone , "dice Eraclide che in età giovanile era così pudico e composto che non fu mai visto ridere smoderatamente. Pur essendo tale, anche Platone fu tuttavia schernito dai comici" (cfr. D.L., III, 26). "Si narra che Platone abbia visto un tale che giocava a dadi e l'abbia rimproverato: costui oppose che la posta era piccola. Platone di rimando: 'Ma l'abitudine non è cosa piccola'. ...Si dice anche che ad uno dei suoi servi disse:'Ti avrei sferzato, se non fossi adirato " (cfr. D.L. III, 39). SuAristotele Diogene Laerzio scrive quanto segue: "Gli fu domandato quale vantaggio ricevano i mentitori ed Aristotele rispose: 'Quello di non essere creduti, quando dicono la verità'. ...Interrogato su che cosa invecchi presto, rispondeva:'La gratitudine'. Gli fu chiesto che cosa sia la speranza e la sua risposta fu:'Sogno di un uomo sveglio'. ...A chi gli chiese perché conversiamo molto tempo con le persone belle, rispose: 'E' la domanda di un cieco'. ...Ad un cicalone che gli aveva versato addosso un fiume di parole e che gli chiedeva se le sue ciance lo avessero offeso, rispose: 'Niente affatto, per Zeus! Mentre parlavi, ad altro badavo'. (cfr. D.L., V, 17-21). 









Riguardo Epicuro , Diogene Laerzio scrive che aveva un carattere d'oro: era buono, moltissimi gli erano amici, mostrava gratitudine verso i suoi genitori ed era generoso verso i fratelli, mite nei confronti dei servi, devoto verso gli dèi e pieno di amor di patria (cfr. D.L:, X, 9-10). In punto di morte, scrisse ancora una lettera a Idomeneo dicendo:"In questo giorno beato, che è anche l'ultimo della mia vita, vi scrivo queste righe. I dolori derivanti dalla stranguria e dalla dissenteria non mi hanno lasciato mai né hanno mai sminuito la loro intensa violenza. Ma a tutti questi mali resiste la mia anima, lieta nella memoria dei nostri colloqui del passato. ..." (cfr. D.L. X, 22). Se questo non è prendere la vita con umorismo... 













Vi è poi molto da dire su Diogene di Sinope , filosofo del "proletariato greco", la cui filosofie consiste essenzialmente in battute caustiche e mordaci: " una volta vide un topo correre qua e là , senza mèta (non cercava un luogo per dormire nè aveva paura delle tenebre nè desiderava alcunché di ciò che si ritiene desiderabile) e così escogitò il rimedio alle sue difficoltà . Secondo alcuni , fu il primo a raddoppiare il mantello per la necessità anche di dormirci dentro , e portava una bisaccia in cui raccoglieva le cibarie ; si serviva indifferentemente di ogni luogo per ogni uso , per far colazione o per dormirci o per conversare . E soleva dire che anche gli Ateniesi gli avevano procurato dove potesse dimorare : indicava il portico di Zeus e la Sala delle processioni . In un primo tempo si appoggiava al bastone solo quando era ammalato , ma successivamente lo portava sempre , non tuttavia in città , ma quando camminava lungo la strada , insieme con la bisaccia ( ... ) . Una volta aveva ordinato ad un tale di provvedergli una casetta ; poichè quello indugiava , egli si scelse come abitazione una botte , come attesta egli stesso nelle Epistole . E d'estate si rotolava sulla sabbia ardente , d'inverno abbracciava le statue coperte di neve , volendo in ogni modo temprarsi alle difficoltà ( ... ) . Una volta vide un fanciullo che beveva nel cavo delle mani e gettò via dalla bisaccia la ciotola , dicendo : "Un fanciullo mi ha dato lezione di semplicità" . buttò via anche il catino , avendo pure visto un fanciullo che , rotto il piatto , pose le lenticchie nella parte cava di un pezzo di pane . Ecco come ragionava : "Tutto appartiene agli dei ; i sapienti sono amici degli dei ; i beni degli amici sono comuni . Perciò i sapienti posseggono ogni cosa" . Una volta vide una donna che supplicava gli dei in atteggiamento piuttosto sconveniente e le disse : "Non pensi , o donna , che il dio può stare dietro di te , poichè tutto é pieno della sua presenza , e che tu debba vergognarti di pregarlo scompostamente ? " ( ... ) . In ogni modo egli era senza città , senza tetto , bandito dalla patria , mendico , errante , alla ricerca quotidiana di un tozzo di pane . Era solito dire di opporre alla fortuna il coraggio , alla convenzione la natura , alla passione la ragione . Mentre una volta prendeva il sole , Alessandro Magno sopraggiunto e fattogli ombra disse : "Chiedimi quel che vuoi" . E Diogene , di rimando : "Lasciami il mio sole " . Così rispose ad un tale che sosteneva che non esistesse il movimento : si alzò e si mise a camminare. Il sovrano Alessandro , per farsi gioco di lui che veniva chiamato il cinico per le sue maniere "cagnesche" , gli mandò un vassoio pieno di ossi e lui lo accettò e gli mandò a dire : "Degno di un cane il cibo, ma non degno di re il regalo" . Sempre su Diogene, scrive Seneca: A Diogene scappò via l'unico schiavo ed egli non ritenne cosa così importante riportarlo indietro, mentre gli veniva indicato: "è vergognoso" disse "che Mane possa vivere senza Diogene, e Diogene non possa vivere senza Mane!". Mi sembra che abbia detto: "Occupati dei tuoi affari, o fortuna, ormai da parte di Diogene non c'è più nulla di tuo: mi è scappato lo schiavo, anzi me ne sono andato io, libero". 














Descartes ovvero Cartesio inizia il suo famoso Discorso sul metodo con una affermazione che, a ben vedere, è alquanto spiritosa: "Il buon senso è la cosa nel mondo meglio ripartita: ciascuno, infatti, pensa di esserne ben provvisto..." (I,1). Non è forse un modo sarcastico di dire che tutti ci crediamo ben forniti di buon senso? Nella realtà invece... Nell'era dell'illuminismo, Voltaire si scatenò in vere e proprie disfide di battute, ironizzando sullo stesso concetto di filosofia: "Quando colui che ascolta non capisce colui che parla e colui che parla non sa cosa stia dicendo: questa è filosofia. " Ma non solo: egli ironizzò anche sul matrimonio, asserendo: " il divorzio risale probabilmente alla stessa epoca del matrimonio. Ritengo, comunque, che il matrimonio sia più antico di qualche settimana. " Un teologo assai in vista nel XVIII secolo, criticò i "Nuovi saggi sull'intelletto umano" di Leibniz scorgendo in essi una velata forma di ateismo: si dice che quando i due si incontrarono il teologo si vantò di aver scoperto il vero proposito dell'opera di Leibniz e che questi, in risposta, gli disse con ironia: "Voi sì che avete capito tutto!".

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