" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

Saadja

giovedì 21 aprile 2011

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Il vero fondatore della scolastica ebraica è Saadja, che fu celebre non solo come filosofo e teologo, ma anche come poeta.
Nacque a Fajjoum in Egitto l'892 e nel 928 fu nominato capo dell'Accademia di Sora (presso Bagdad) che era allora la sede centrale del rabbinimo. Morì a Sora nel 942.
La più notevole delle sue opere è il Libro della fede e della scienza che egli compose in arabo verso il 932.
Saadja riconosce, accanto all'autorità della scrittura e della tradizione, quella della ragione e afferma non solo il diritto, ma anche il dovere, di comprendere le verità religiose per consolidarle e difenderle contro gli attacchi.







La ragione insegna le stesse verità della rivelazione, ma questa era necessaria per far giungere l'uomo più prontamente alla conoscenza di quelle verità che la ragione, abbandonata a se stessa, avrebbe potuto riconoscere solo dopo un lungo lavoro. I punti sui quali verte la speculazione di Saadja sono: l'unità di Dio, i suoi attributi, la creazione, la rivelazione della legge, la natura dell'anima umana, ecc.
A proposito di Dio, Saadja afferma che le categorie aristoteliche sono a lui inapplicabili. Difende la creazione dal nulla confutando i sistemi contrari a questo dogma.
Difende pure la libertà creatrice di Dio e riconosce anche nell'uomo il libero arbitrio. Nel suo pensiero l'influsso dell'aristotelismo non si è ancora fatto sentire: si farà sentire, invece, nei filosofi giudaici di Spagna e in primo luogo in Ibn- Gebirol.


Fonte: La storia della filosofia di Abbagnano

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