" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

Le passioni dell'anima (Cartesio)

mercoledì 10 agosto 2011

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Intesa dall'autore come un trattato di fisica, l'ultima opera pubblicata da Cartesio offre una descrizione degli affetti nel quadro di una psicologia meccanicistica che compie una relativizzazione della concezione intellettualistica dell'uomo predominante nelle sue opere metafisiche. L'uomo è qui inteso come un essere dotato di corpo: non è possibile conseguire la vita buona limitando l'attenzione solo alla parte intellettuale, ma occorre tener conto della connessione tra l'anima e il corpo.
Questa è localizzata nella ghiandola pineale, o conarion, posta al centro del cervello, che presiede al coordinamento unitario dei dati doppi provenienti dagli occhi e dalle orecchie e la cui attività fisiologica è richiesta dall'esercizio di facoltà ibride come la sensazione.
Nella prima parte vengono anzitutto distinti i fenomeni psichici attivi e passivi, che a loro volta possono essere causati o dall'anima o dal corpo. Passione è tutto ciò che nell'anima accade (per esempio le percezioni) in contrapposizione a ciò che essa fa (per esempio le volizioni).
Passioni dell'anima sono dunque "percezioni" (cioè conoscenze confuse e oscure), o sentimenti (perché sono "ricevuti dall'anima al modo degli oggetti dei sensi esterni"), o emozioni dell'anima, che si riferiscono ad essa in particolare ( e non a oggetti esteriori o al nostro corpo) e che sono causate, mantenute, rafforzate, da qualche movimento di spiriti (cioè non causate dall'anima come gli atti volontari).
Le passioni possono essere guidate solo indirettamente dalla volontà perché sono causate da processi fisiologici. E' però possibile controllare l'anima addestrandola a creare associazioni abituali fra certi pensieri e certi movimenti del conarion in modo che questi generino determinati movimenti negli "spiriti animali" (per esempio: la decisione di pronunciare una parola fa muovere automaticamente i muscoli della lingua in un modo che sarebbe impossibile mediante un comando indiretto della volontà.

Nella parte seconda sono classificate e trattate dettagliatamente le principali passioni (ammirazione, amore, odio, desiderio, gioia, tristezza), di cui le altre passioni sono modificazioni e combinazioni (per es. la collera è una violenta forma d'odio congiunto con il desiderio unito all'amore per sé stessi).

Nella parte terza, dopo l'analisi delle passioni come la stima e il disprezzo, la generosità e l'orgoglio, l'umiltà e la bassezza, la venerazione e il disdegno ecc..., Cartesio sostiene che l'utilità delle passioni consiste nel rafforzare pensieri che è bene che l'anima conservi, mentre il male che esse possono causare consiste nel rafforzarli troppo o nell'originare pensieri che è bene evitare.
Infine propone Un rimedio generale contro le passioni: poiché sono per natura buone, occorre solo evitarne il cattivo uso e correggere i difetti naturali mediante la riflessione anticipata e la perizia, ricordandosi che ciò che si presenta all'immaginazione tende a ingannare l'anima facendo sembrare l'oggetto della passione più forte di quello che è.
Insomma: "Solo dalle passioni dipende tutto il bene e tutto il male di questa vita", a seconda del loro uso. E "la saggezza proprio in questo torna utile: nell'insegnare a rendersi talmente padroni delle passioni da far sì che esse cagionino soltanto mali molto sopportabili, e perfino tali che sia sempre possibile volgerli in gioia".

Criticata da Spinoza nell'Etica per la separazione tra anima e corpo, l'opera resta un classico di psicologia degli affetti e di antropologia filosofica.

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