Opera della maturità, il Dizionario filosofico riprende lo spirito antisistematico e divulgativo dell'Enciclopedia illuministica, affrontando con stile polemico e aneddotico i principali temi cari al Voltaire filosofo, scrittore e moralista.
Pubblicato inizialmente con il titolo di Dictionnaire philosophique portati e ampiamente ripreso dal successivo Questioni sull'Enciclopedia (1776), di analoga ispirazione enciclopedica, lo scritto raggiunge la sua forma definitiva nel 1769, con il titolo di La Raison par alphabet.
Come testimoniano le voci del dizionario dedicate, sull'esempio di Dizionario storico critico di P.Bayle, a personaggi storici o religiosi (Abramo; Adama; Ario; David; Ezechiele) e ad argomenti dottrinali (ateo; angelo; Apocalisse; Babele; battesimo; quaresima; dogmi), prevalgono nell'opera i motivi teologici e la critica del dogmatismo, del settarismo e della superstizione.
Molti articoli riguardano questioni morali (per esempio: amicizia; amore; bene), politici e civili (libertà di pensiero; leggi; lusso) ed epistemologici (fine; idea; sensazione; materia).
Oltre all'elogio della tolleranza, dello stato laico, della libertà e dei limiti del pensiero ("Questi limiti sono ovunque, povero il mio sapiente", voce "Limiti dello spirito umano"), il Dizionario conduce una critica corrosiva di ogni pretesa sistematica di verità, accostando relativisticamente le costruzioni filosofiche e teologiche dell'Occidente cristiano alle credenze dei popoli extraeuropei.
Condannato dalla facoltà di Teologia della Sorbona e bruciato sulla pubblica piazza, il Dizionario ebbe tuttavia ampia diffusione in tutta Europa.
Le sue varie edizioni, pubblicate a Londra, Amsterdam e Ginevra, contribuirono a diffondere i principi di tolleranza e libertà civile, nonché l'ironia scettica e lo spirito anticlericale caratteristici dell'illuminismo di Voltaire.
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Buona lettura!
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