" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

Aristotele: Metafisica (parte 3)

mercoledì 9 marzo 2011

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Aristotele ripropone ora (a,3) la definizione della scienza come conoscenza delle cause. Per causa intendiamo anzitutto (1) la sostanza o l'essenza della cosa (causa formale). La "sostanza" (ousia) si riferisce al fatto d'essere della cosa, che grammaticalmente corrisponde a una sostantivizzazione del participio presente del verbo essere, indicando non tanto - o non solo - l'essenza, ma più precisamente la sua "essentità". Per essenza (to ti en einai, "ciò che era l'essere") si intende invece il contenuto d'essere di ciò che è, cioè dell'essente. L'ousia pone l'accento sul fatto d'essere, l'essenza sul contenuto d'essere. Sostanza ed essenza sono le categorie con cui Aristotele riconduce l'essere alla fondamentale struttura che lo costuituisce.
In secondo luogo (2) causa è il sostrato o la materia, in quanto ciò che sostiene il contenuto d'essere, l'ousia (causa materiale). Causa è ancora (3) il principio del movimento - comprendente anche il mutamento - ossia ciò che lo determina (causa efficiente). Per ultimo (4) causa è il fine verso cui la cosa (e il tutto) tende, perché è ciò che, attirando a sé, determina, determina tale movimento di attrazione (causa finale). A ciò Aristotele fa seguire un'indagine storica volta a verificare se i suoi predecessori abbiano colto altre tipologie di cause; è quella che è stata definita "la prima storia della filosofia" che si conclude con la constatazione da parte dell'autore che i precedenti pensatori non solo hanno individuato altre cause, ma sono stati anche incapaci di comprenderle nella loro totalità.





E' anche interessante soffermarsi su un'annotazione in cui Aristotele afferma di aver già elaborato una teoria delle diverse cause nella Fisica. Perché allora, ci si può chiedere, ripetere in ambito meta-fisico ciò che riguarda la fisica? I sostenitori della filosofia come teologia trovano qui una conferma alla loro tesi.
ma, quasi a smentire una pretesa eccessiva, qualche pagina più avanti si trova la definizione della filosofia come ontologia, come scienza dell'essere in quanto essere. Tutte le scienze esaminano infatti aspetti particolari dell'essere, un suo genere o una specifica manifestazione. La filosofia invece s'interessa dell'essere in quanto essere, e se scienza è ricerca delle cause e dei principi supremi, allora in questo caso si tratta di ricercarli in riferimento all'essere puro, "alla realtà che è per sé", che non dipende cioè da un'altra o da altre realtà. La filosofia ricerca i principi primi dell'essere sostanziale.
Aristotele afferma quindi che vi sono molteplici modi di dire l'essere senza che questo provochi una dissoluzione del concetto; è vero che l'essere si predica di molte cose, ma tutte finiscono, in qualche modo, per convergere.
Come ad esempio diciamo "sano" tutto ciò che si riferisce alla salute (sia che la conservi, che la produca, che ne sia sintomo o la riceva) e diciamo "medico" tutto ciò che si riferisce alla medicina ( in quanto la possiede o le è per natura ben disposto o ne è l'opera), così anche l'essere si dice in molti modi ma tutti legati a un riferimento condiviso: questo punto di contatto è la sostanza, per cui l'essere è tale perché è sostanza o perché le è comunque riferito in quanto affezione, corruzione, privazione, qualità, o negazione di queste (perciò anche il non- essere è in qualche modo essere).





In questo passo il senso fondamentale dell'essere è dunque rinvenuto nell'ousia, da cui si può ricavare la definizione di metafisica come scienza della sostanza. In questo punto vengono così a convergere le precedenti definizioni: se infatti la metafisica era stata considerata (1) scienza dell'essere e (2) scienza delle cause prime, allora è chiaro che- essendo l'essere l'ousia- essa, in base a (1), è scienza della sostanza, ma dovendo per (2) anche essere scienza delle cause, si può quindi definire come scienza che conosce le cause e i principi della sostanza.
Ora, se c'è una molteplicità di apprensione unica di una serie di cose, esse appartengono ad un unico genere e sono quindi oggetto di un'unica scienza. Come la grammatica studia tutti i suoni, così la metafisica studia tutte le specie di essere come essere.
A questo punto Aristotele identifica essere e uno. Essi infatti si implicano reciprocamente, anche se non convergono in un'unica azione. Non c'è differenza fra l'espressione "uomo" e quella che vi associa l'unità, "un uomo", poiché nella prima è già implicata la nozione di unità che la seconda rende esplicita; e nemmeno si può dire che l'unità è una nozione accessoria o seconda, che si aggiunge a qualcosa che già sussiste e che gli è ontologicamente o logicamente precedente.

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