" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

Da Aristotele a Spielberg (libro di cinema-filosofia)

giovedì 17 marzo 2011

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Capire la filosofia attraverso i film


100 anni di cinema per ripensare in modo intelligente e divertente 2500 anni di pensiero. Cartesio e La finestra sul cortile di Alfred Hitchcock (“il dubbio e il problema della conoscenza”), Hegel e Paris, Texas di Wim Wenders (“la riconciliazione hegeliana di una famiglia distrutta”), Tommaso d'Aquino e Rosemary's Baby di Roman Polanski (“esiste anche una Provvidenza Diabolica?”), Nietzsche e I magnifici sette di John Sturges… Luis Buñuel (“lo Schopenhauer del cinema”) e Michelangelo Antonioni (“l'Heidegger delle immagini”), e poi Steven Spielberg, Vittorio De Sica, Quentin Tarantino, e tanti altri grandi registi convocati a spiegare i grandi della filosofia. E un po', anche, viceversa. 





INDICE 
Cinema e filosofia. Per una critica della ragion logopatica. Pensatori “patici” e pensatori “apatici”.
Due attitudini dinanzi alle emergenze del cinema
“Concettidea” e “Concettimmagine”
Come fa una Finzione particolare ad avere qualcosa a che fare con la Verità universale?
Ancora su cinema e filosofia
I. Platone alla guerra (la teoria delle idee)
Introduzione
Il cacciatore di Michael Cimino e Tornando a casa di Hal Ashby. Due film sulla guerra per domandarci: i film di guerra riescono a cogliere l’Idea universale della guerra?
Chi era Platone?
Testi platonici
II. La questione del verosimile: Aristotele e i ladri di biciclette
Introduzione
Ladri di biciclette di Vittorio De Sica, ovvero: è possibile ritrarre la realtà “in quanto tale”?
Chi era Aristotele?
Testi aristotelici
III. Filosofia e soprannaturale: San Tommaso e il bambino di Rosemary
Introduzione
Rosemary’s Baby di Roman Polanski: esiste anche una Provvidenza Diabolica?
Chi era Tommaso d’Aquino?
Testi tomisti
IV. Il rapporto dell’uomo con la natura: Bacon, Steven Spielberg e il genere catastrofico
Introduzione
Notizie dalla catastrofe: Lo squalo e Jurassic Park di Steven Spielberg, ovvero che cosa succede quando le ineludibili necessità animali vengono ignorate
Piccolo promemoria sulle catastrofi
Chi erano i “fisiologi” greci e Francis Bacon?
Testi antichi e moderni sulla natura
V. Il dubbio e il problema della conoscenza: Descartes e la finestra sul cortile
Introduzione
a) Blow-up di Michelangelo Antonioni, ovvero: si deve credere a tutto quello che si vede?
b) Come catturare un assassino trascurando Descartes: La finestra sul cortile di Alfred Hitchcock 
c) Istantanee di Jocelyn Moorhouse, o la prova morale dell’esistenza del mondo
Chi era Descartes?
Testi cartesiani
VI. La causalità e i critici empiristi del concetto di sostanza: John Locke e David Hume. L’identità di Batman e Quentin Tarantino
Introduzione
a) Sostanze, accidenti e contiguità alterate: i due Batman di Tim Burton, ovvero: esiste una sostanza comune a Batman e Bruce Wayne?
b) Quando il “poi” precede il “prima”: Pulp fiction di Quentin Tarantino e Breve film sull’uccidere di Krzysztof Kieslowski, ovvero le ambiguità della catena causale
Chi erano Locke e Hume?
Testi sulla sostanza e sulla causalità
VII. Teoria e prassi: Kant, Tommaso Moro e l’attimo fuggente
Introduzione
a) Un uomo per tutte le stagioni di Fred Zinnemann e Il mio piede sinistro di Jim Sheridan, ovvero: la libertà è in grado di superare i limiti imposti dalla natura e dalla società?
b) L’attimo fuggente di Peter Weir, ovvero: nel suo conflitto con l’autorità, l’affermazione della libertà può condurre alla morte?
Chi era Kant?
Testi kantiani
VIII. Tempo e pensiero: Hegel, Paris, Texas e il turista per caso
Introduzione
a) La riconciliazione hegeliana di una famiglia distrutta: Paris, Texas di Wim Wenders, un’esperienza dialettica
b) Perdersi per ritrovarsi: L’impero del sole di Steven Spielberg e Turista per caso di Lawrence Kasdan
c) Hiroshima mon amour di Alain Resnais, ovvero la temporalità inseparabile dall’immagine
Chi era Hegel?
Testi hegeliani
IX. Il valore della vita: Schopenhauer, Buñuel e Frank Capra
Introduzione
a) Viridiana di Luis Buñuel (lo Schopenhauer del cinema), ovvero: vale la pena spendersi per gli altri?
b) La vita è meravigliosa di Frank Capra (l’“ottimista a oltranza” dei registi cinematografici), ovvero: si può veramente contare sull’aiuto altrui in caso di bisogno?
Chi era Schopenhauer?
Testi schopenhaueriani
X. Pensiero e politica: Karl Marx, Costa-Gavras, Oliver Stone e il cinema impegnato
Introduzione
a) In politica si può rimanere obiettivi? Z-L’orgia del potere di Konstantin Costa-Gavras, capolavoro tendenzioso
b) Una società quanta verità può sopportare? JFK – Un caso ancora aperto di Oliver Stone
c) Rovistando nel passato: La storia ufficiale di Luis Puenzo
Chi era Marx?
Testi marxiani
XI. Eroismo e violenza: Nietzsche, lo spietato Clint Eastwood e gli assassini nati Introduzione a) Il conflitto fra eroismo e morale: I magnifici sette di John Sturges
b) Il fantastico ritorno dell’ex pistolero: Gli spietati di Clint Eastwood
c) La violenza come modo di essere: Assassini nati di Oliver Stone
Chi era Nietzsche?
Testi nietzschiani
XII. L’essere e l’umana condizione: Martin Heidegger, Michelangelo Antonioni, il tedio e le balene d’agosto
Introduzione
a) L’Heidegger delle immagini: L’eclisseDeserto rosso e Zabriskie Point di Michelangelo Antonioni, il regista dell’essere
b) Due atteggiamenti nei confronti della vecchiaia e dell’umana condizione: Le balene d’agosto di Lindsay Anderson
Chi era Heidegger?
Testi heideggeriani
XIII. Esistenza e libertà: Jean-Paul Sartre, Thelma, Louise e l’inferno di un matrimonio svedese
Introduzione
a) Thelma & Louise di Ridley Scott, ovvero: c’è un legame implicito tra la libertà e la morte?
b) La libertà non è un semplice fatto “interiore” ma deve anche trasformare il mondo: Le ali della libertà di Frank Darabont
c) Scene da un matrimonio di Ingmar Bergman, o l’irriducibile precarietà dell’esistenza
Chi era Sartre?
Testi sartriani
XIV. I confini del linguaggio: Wittgenstein, il cinema muto e le ombre rosse, ovvero ciò che si dice e ciò che viene effettivamente mostrato
Introduzione
a) Il caso del cinema muto: L’ultima risata di Friedrich W. Murnau e Il cantante di jazz di Alan Crosland, ovvero: il silenzio può esprimere qualcosa?
b) Un western realizzato all’epoca di Wittgenstein: Ombre rosse di John Ford, ovvero: ciò che non può essere detto, un film di cowboy può benissimo riuscire a mostrarlo
Chi era Wittgenstein?
Testi wittgensteiniani








Cos'è la guerra? Un conflitto armato che inizia dove finisce la mediazione politica, potrebbe essere la risposta del filosofo. Definizione ineccepibile. Ma se ne afferra davvero l'essenza? No, perché per cogliere fino in fondo cosa sia la guerra ci vuole qualcosa di più. Ci vuole una risonanza emotiva. Sangue e carne. Speranze distrutte a vent'anni. Sacrificio, terrore, tradimento. Ci vuole, cioè, quello che alla massima potenza esprime soltanto uno strumento relativamente recente: il cinema. In altre parole, l'idea platonica di "guerra" assume un significato molto più chiaro in film come Il cacciatore o Tornando a casa che non in pensosi trattati accademici.






Tra i tanti modi di essere del cinema, infatti, c'è proprio quello di offrire una verifica empirica alle conquiste del pensiero, ai problemi filosofici che hanno attraversato nei secoli l'umanità. E' con questa intuizione che il filosofo argentino Julio Cabrera propone Da Aristotele a Spielberg (Bruno Mondadori), una cavalcata attraverso 2.500 anni di filosofia e un secolo di cinema.





Filosoficamente, spiega Cabrera, il cinema è "concettimmagine", qualcosa cioè che si oppone, per ampliarlo, al "concettidea" del testo scritto. Detta in parole più semplici, il cinema è un mettersi in cammino verso una direzione dedotta "alla buona", indicata dalla nostra bussola con approssimazione, ma senza che si debba per questo svalutarla rispetto ai tracciati ufficiali. Anzi. E così, mentre la filosofia tende spesso a sottomettere la vita a istanze organizzatrici, riparatrici, giustificative o cosmetiche, il cinema fa da antenna all'esperienza. Che, il più delle volte, è demoniaca, fuori controllo, sconcertante. Ma vera.




Da questa premessa anche il pensiero dei grandi filosofi sembra assumere valenze nuove. Si trasforma, in qualche modo, sotto i colpi della pellicola. Il soprannaturale di San Tommaso, per esempio: Cabrera lo legge attraverso Rosemary's Baby di Roman Polanski. Esiste la prova dell'esistenza divina? Certo, sembra rispondere il film, che racconta la consegna di un neonato a una setta satanica. Ma, come la maggior parte delle pellicole, il trascendente è espresso con maggiore forza nella sua forma negativa, quella diabolica.






Argomentazione teorica stringente che si sposa con l'esperienza vissuta sulla pelle dallo spettatore. Anche quando questo non è d'accordo con l'analisi del filosofo o del regista, osserva Cabrera, ciò che conta è il piacere di una rivelazione che di rado il ragionamento scritto riesce a offrire. Tutti i più importanti nodi della storia della filosofia, da Platone a Wittgenstein, sono visitati nel libro con la lente dello studioso-cinefilo. Ecco allora Aristotele, la cui teoria della verosimiglianza nella Poetica è messa a confronto con un film neorealista come Ladri di biciclette: può l'arte riprodurre la realtà del mondo in quanto tale? "Lo spettatore - si legge nel libro - non vuole la verità, ma il possibile, il verosimile, ciò che può riuscire a credere. Vogliamo essere sì ingannati, ma con qualcosa che assomigli alla verità. Che spesso non possiede questo requisito". E secondo Cabrera, anche il film di De Sica, malgrado il pedinamento realistico dei protagonisti, non sfugge a questa sapiente manipolazione artistica.





Il rapporto dell'uomo con la natura, descritto dai presocratici e da Francesco Bacone, è rappresentato invece da film come Lo squalo e Jurassic Park di Steven Spielberg. Cosa succede quando le ineludibili necessità animali vengono ignorate?



Acute poi le osservazioni su Cartesio, filosofo e matematico che attraverso il dubbio esprimeva il massimo anelito alla ricerca di una verità assoluta. A seconda del film che Cabrera analizza, il pensiero cartesiano genera nuove domande: ecco allora Blow-up di Antonioni (si può credere a tutto quello che si vede?), La finestra sul cortile di Hitchcock (come catturare un assassino trascurando Descartes),Istantanee di Jocelyn Moorhouse (esiste una prova morale dell'esistenza del mondo?).






Pulp fiction, con la sua struttura temporale ambigua, sembra invece mandare in frantumi i principi della causalità dell'empirismo di Locke e Hume: il succedersi degli eventi secondo un rigoroso legame tra cause ed effetti, visto il film di Tarantino, diventa un concetto molto più elastico. E ancora, il rapporto tra teoria e prassi studiato da Kant rivive negli esempi dell'Attimo fuggente di Weir e di Un uomo per tutte le stagioni di Zinnemann. L'idea del tempo di Hegel trova conferme di diverso tipo in Paris, Texas di Wenders (la riconciliazione hegeliana di una famiglia distrutta) e in L'impero del sole di Spielberg (il perdersi per ritrovarsi). Il valore della vita si esalta conViridiana di Buñuel (lo Schopenhauer del cinema) eLa vita è meravigliosa di Capra (l'ottimista a oltranza).








FONTE: CAFFE' EUROPA






 La carrellata di domande filosofiche prosegue: in politica si può rimanere obiettivi (Marx contro Costa-Gavras e Oliver Stone)? Che rapporto c'è tra eroismo e violenza (Nietzsche contro Clint Eastwood)? Cosa sono l'essere e la condizione umana (Heidegger contro Antonioni e Anderson)? C'è un legame tra libertà e morte (Sartre e Thelma & Louise)? Si chiude con Wittgenstein, dal cui repertorio di citazioni Cabrera adatta una bella metafora per spiegare la poetica di John Ford: "Ciò che non può essere detto, un film di cowboy può benissimo riuscire a mostrarlo".

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