Questo mese vi propongo il libro intitolato "Etica Nicomachea" del filosofo Aristotele!
Vi ricordo che potete scaricare l'ebook gratuitamente cliccando semplicemente sul link che trovate in fondo a questa pagina.
Vi auguro una buona lettura!
Cenni introduttivi:
L'" Etica Nicomachea o Etica a Nicomaco" è uno dei tre scritti etici di Aristotele (assieme a Etica Eudemia e Grande Etica). Si tratta di scritti esoterici, non destinati alla pubblicazione, bensì alle lezioni (Aristotele partecipa all'Accademia, la scuola di Platone, e fonda nel 335 a.C. una sua scuola, il Liceo).
Non si tratta di opere sistematiche ma di redazioni di appunti, quindi in esse si possono trovare ripetizioni e contraddizioni.
Si discute sia riguardo l'attribuzione, sia riguardo la datazione del testo. Si tende a pensare che sia autenticamente aristotelica e che sia stata composta tra il 335 a.C. e il 321 a.C. (nel periodo che va dalla fondazione del Liceo alla morte di Aristotele).
E' incerto chi fosse realmente Nicomaco: si pensa possa essere o il padre o il figlio di Aristotele.
L'Etica Nicomachea è la più lunga delle tre etiche (dieci libri), segue l'Etica Edudemia (otto libri) e la Grande Etica (due libri). Tre libri sono comuni all'Etica a Nicomaco e all'Etica Eudemia ( V-VI-VII dell' Etica a Nicomaco), questo indica che si è raccolto lo stesso materiale.
Tra le due etiche, ma anche all'interno della singola etica, si trova, quindi, sia un'unità di fondo, sia evoluzione del pensiero.
Indice dei libri:
- Libro I: sulla felicità (ciò a cui ogni uomo tende, il bene più grande)
- Libro II: sulla virtù (al singolare). Definizione della virtù come medietà (mesotes)
- Libro III: sulla volontarietà e involontarietà
- Libro IV: sulle virtù (al plurale). Descrive (non definisce) varie forme di virtù
- Libro V: sulla giustizia (virtù particolare)
- Libro VI: sulle virtù dianoetiche (intellettuali)
- Libro VII: sul piacere e il rapporto con le passioni
- Libro VIII- IX: sull'amicizia
- Libro X: sul piacere e la felicità
Progetto aristotelico di un'etica:
- L'etica aristotelica non è solo una riflessione teorica sui principi morali (es. bene, dovere, responsabilità, ecc...), ma è anche una teoria più ampia sula vita. La questione centrale dell'etica aristotelica è "come è degno che si viva?". Si occupa, quindi, degli aspetti pratici della vita umana (cfr. distinzione aristotelica di teoretico e pratico). Il concetto centrale non è quello di dovere (come ad esempio nell'etica kantiana), ma quello di virtù (areté); ci si propone di individuare il modello di vita virtuosa a cui tendere (in italiano virtù significa anche capacità, effetti, ad es. le virtù curative di un farmaco).
- Gli aspetti partici sono la vita politica e sociale. La questione dell'etica si pone, quindi, all'interno della politica. Non c'è riferimento all'individuo in quanto soggetto morale (come nelle etiche moderne e contemporanee), ma il soggetto dell'etica è la comunità (cfr. oìkos= casa) e il suo ordinamento sociale. A differenza delle etiche moderne, che si pongono in rottura con la tradizione, l'etica aristotelica rimane in sostanziale continuità con essa. Si interroga su quali abitudini, opinioni e costumi, tra quelli storicamente consolidatisi secondo un ordine contingente, siano funzionali a un buon ordinamento sociale e quali, invece, siano nocivi ad esso.
- Confronto con Platone (Repubblica). Platone istituisce un parallelismo tra la tripartizione dell'animo umano (concupiscibile -> desideri/bisogni; irascibile -> coraggio; razionale -> nous/intelligenza) con l'ordinamento dello stato: artigiani, soldati, re-filosofi. Si tratta di un ordine oggettivo, puramente ideale; è un ordine immutabile, preesistente agli uomini, a cui gli uomini devono confrontarsi, realizzandolo almeno in parte. In Aristotele si ha l'opposto: non esiste alcun ordine immutabile, ma ogni cosa è contingente, storicamente determinata, quindi mutevole e, soprattutto, perfezionabile. Si occupa degli aspetti mutevoli della vita, fornendone un criterio di orientamento. In ultima istanza il pensiero etico di Platone risulta essere una cosmologia, piuttosto che un'etica in senso proprio. Invece Aristotele non guarda all'ideale, ma al reale; non si dà un principio generale assoluto, ma ambiti particolari che richiedono comportamenti differenti.
- In Platone è centrale il concetto di armonia (es. la simmetria di forme nella sua teoria atomica).Si tratta di un pensiero puramente concettuale, senza alcun riscontro empirico e valido relativamente a oggetti poco complessi. Tuttavia tale concetto viene esteso alla concezione dello stato, come armonizzazione delle parti.
- "Il bene è ciò a cui tutto tende"
Qui trovate il link dove potete scaricare gratuitamente l'opera completa dell'Etica Nicomachea :
http://www.ousia.it/SitoOusia/index.htm
http://www.ousia.it/SitoOusia/index.htm
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