" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

Film su Ipazia

venerdì 18 marzo 2011

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IL CIELO
12/04/2010 -

Vince il popolo di Internet:
vedremo il film su Ipazia


PIERO BIANUCCI



Passi che in Italia si riesca ancora a litigare su questioni come l’evoluzionismo di Darwin e il processo a Galileo, ma che persino Ipazia, matematica e astronoma vissuta nel quarto secolo dopo Cristo, possa suscitare polemiche e incontrare ostilità da parte – forse – non tanto della Chiesa quanto degli “atei devoti” che dall’atteggiarsi a paladini del Vaticano traggono vantaggi politici, dovrebbe sembrare eccessivo. Invece è successo.

C’è voluta una mobilitazione del popolo di Internet con diecimila firme sotto una petizione per ottenere che un film dedicato alla vita di questa scienziata venisse proiettato nel nostro paese. Dopo opposizioni, ostruzionismi e balbettamenti, ci sarà finalmente concesso di vederlo dal 23 aprile, non so in quante sale (probabilmente poche).

Il film è intitolato “Agora” ed è opera di Alejandro Amenabàr, il regista di “The Others” e “Il mare dentro”, interprete di Ipazia è l’attrice inglese Rachel Weisz (nella foto). Al Festival di Cannes e al Toronto Film Festival ha ottenuto molti consensi dalla critica, confermati dal pubblico che ha potuto vederlo negli Stati Uniti, in Francia, in Grecia, Spagna e Thailandia. In Spagna “Agora” ha ricevuto addirittura sette premi Goya.

Perché Ipazia fa ancora paura? Perché fu donna e intellettuale, libera pensatrice, di religione pagana, intelligente, colta, si oppose alla distruzione della Biblioteca di Alessandria. Ma soprattutto perché morì lapidata da fondamentalisti cristiani su istigazione del vescovo Cirillo. Non dimentichiamo che nel 391 un editto di Teodosio aveva proclamato il cristianesimo religione di stato dell’impero romano. Le commistioni tra fede e governo sono sempre pericolose.

Vissuta ad Alessandria d’Egitto dal 370 al 414 dopo Cristo, Ipazia fu seguace della filosofia neoplatonica, brillante matematica, grande conoscitrice del cielo e anche appassionata divulgatrice del suo sapere. Secondo Sinesio, l’allievo prediletto, mise in discussione la cosmologia tolemaica che poneva la Terra al centro dell’universo. Pare anche che abbia intuito la relatività dei moti poi descritta da Galileo e la ellitticità delle orbite dei pianeti annunciata nel 1609 da Keplero. In realtà poco si sa di Ipazia con certezza perché di lei non ci è giunto nessuno scritto.

La sua fama ha attraversato i secoli ed è stata rilanciata durante il Rinascimento. Raffaello Sanzio raffigura Ipazia nell’affresco della “Scuola di Atene” (1509-1511, Palazzi Vaticani). Nell’affollamento del dipinto, è l’unico personaggio che guardi verso lo spettatore, quasi un atto di sfida. Il Planetario di Torino Infini.To ha scelto lei – non Aristarco, Ipparco o Tolomeo – come rappresentante dell’astronomia antica: è Ipazia ad accogliere i visitatori e a raccontare la cosmologia delle sfere di cristallo in armoniosa rotazione intorno alla Terra immobile (cosa che sarebbe discutibile, se è vero che Ipazia criticò quella teoria suscitando l’ira dei cristiani).

Dopo Ipazia, nella storia della scienza c’è un vuoto di mille anni. Superati i secoli bui del medioevo, le donne tornano a occuparsi di astronomia soltanto nel tardo Rinascimento e poi incominciano ad avere un ruolo rilevante con l’Illuminismo, quando la condizione femminile fa un passo avanti. Ma almeno nei primi tempi le donne astronomo sono ancora, più che professioniste della scienza del cielo, sorelle volenterose, mogli devote, e magari piacevoli compagne. In questa casistica si collocano Sofia Brahe (1559-1643) assistente del fratello Tycho a lui sopravvissuta per ben 43 anni, tanto da poter vedere l’intera rivoluzione scientifica di Keplero e Galileo; Caterina Hevel (1646-1693), moglie del birraio-astronomo Johannes Hevel; e Maria Kirch (1670-1720), già autonomamente astronoma e poi moglie del collega Gottfried Kirch.

Chi volesse, potrà saperne di più sulla vicenda della tentata censura al film su Ipazia partecipando all’incontro organizzato a Roma in collaborazione con l’Istituto Treccani dal distributore della pellicola Mikado. Si svolgerà il 14 aprile a Palazzo Mattei, ore 18,30. Parteciperanno Giulio Giorello, Luciano Canfora, Silvia Ronchey e Carlo Ossola. Il 20 aprile, altro dibattito a Milano, con Umberto Eco, Eva Cantarella, Vito Mancuso, Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, Giancarlo Bosetti e il regista del film Alejandro Amenabàr.

Fonte : La Stampa

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