La vita personale
L'Islam tratta la vita personale dell'uomo in maniera da as-
sicurargli purezza e pulizia, in maniera da assegnargli una dieta
sana e insegnargli i modi più giusti per vestirsi, comportarsi,
adornarsi, esercitare il fisico e così via.
1. Purezza e pulizia
E’ prescrizione islamica che prima di eseguire l'0razione il
Musulmano compia un’abluzione, a meno che non ne abbia già fatta
una in precedenza e la abbia mantenuta valida. Questa abluzione
obbligatoria è talvolta parziale, talvolta completa, a seconda della
condizione del Musulmano. Ora, se pensiamo che un Musulmano deve
eseguire almeno cinque orazioni abbligatorie al giorno, in purezza
di cuore e di anima, col corpo e gli abiti, puliti,
un'area pura e con intenzione pura, possiamo vedere assai bene
l'effetto vitale e i benefici risultati che questo atto riveste per
l'uomo (cfr, Qur’an, 4, 43; 5,7).
2. Dieta
Per mantenere puro il cuore e pura la mente, per nu-
trire un'anima tesa verso l'alto e un corpo sano e pulito, bisogna
attribuire un'attenzione speciale alla dieta dell'essere umano,
E’ proprio questo che 1'Islam fa. Alcuni individui superficiali
possono pensare che il cibo e la bevanda non esercitino alcun effetto
diretto e importante sulle condizioni generali della persona che si
riempie lo stomaco regolarmente. Ma non è certo questo il punto
di vista dell'Islam, che prende sul serio questa questione. Sotto
questo riguardo, il principio generale dell'Islam è il seguente:
tutte le cose che sono pure di per sé e buone per l'uomo
sono lecite per la sua dieta, se vengono assunte in quantità mode-
rata. Tutte le cose che sono impure e cattive o dannose sono anche
illecite, in tutte le circostanze ordinarie. C'è sempre spazio
e flessibilità per le eccezioni, nei casi di assoluta necessità
(Qur’an, 7, 157; cfr., più sopra, la sezione sull'etica islamica).
Al di là di questo principio generale, vi sono certi cibi
e bevande che DIO dichiara specificamente proibiti. Fra questi
vi sono: 1a carne animali e uccelli morti da sé, la carne di
porco e quella di qualunque animale che sia stato ammazzato invo-
cando un nome che non sia quello di DIO (2, 173; 5, 4). Le be-
vande che 1'Islam considera dannose e distruttive per il fisico
come per la psiche sono indicate nel versetto coranico che proi-
bisce tutte le sostanze intossicanti e tutte le forme di scommes-
sa o di gioco d'azzardo. (5, 93-94).
La proibizione di questi cibi e bevande non è assolutamente
un atto arbitrario o un decreto dispotico di DIO. Si tratta innan-
zitutto di un intervento divino nell'interesse precipuo dell'uomo
e per il suo bene specifico. Quando il Qur'an descrive negativa-
mente queste cose proibite e 1e qualifica impure e dannose, esso
rivolge la sua attenzione alla morale e alla saggezza dell'uomo,
alla sua salute e alla sua ricchezza, alla sua religiosità e alla
sua condotta; tutti elementi preziosi nella prospettiva del1'I-
slam. Le ragioni che stanno dietro questo divino intervento sono
molteplici. Sono di natura intellettuale e spirituale, etica e menta-
le, fisica ed economica. I1 solo scopo consiste nell'insegnare
all’uomo il modo in cui svilupparsi secondo un modello etico elevato,
per essere un elemento integro e sano nella struttura della famiglia,
poi in quella della società e infine nell'ampio contesto dell'umanità.
Medici e sociologi sono ora in grado di verificare i benefici di
queste norme islamiche.
L'Islam è ortodosso ed esente da compromissioni per quanto
attiene al nutrimento organico dell'uomo, poiché esso agisce
sul fondamento dalla sua realtà spirituale e della sua crescita
intellettuale. Ciò risulta chiaro laddove si consideri che alcuni
alimenti sono vietati in via generale, come si è detto più sopra,
mentre altri sono leciti o vietati a seconda della quantità. Le
cose che sono lecite per il Musulmano debbono essere assunte in
dosi moderate, senza indulgere o eccedere (Qur'an, 7, 31). Se da un
lato evita tutti gli alimenti proibiti come genere e come quantità,
dall'altro il Musulmano è esortato da DIO a godere dei Suoi doni
generosi e a mostrare gratitudine al Misericordioso
Sostentatore (2, 168, 172; 5, 90-91) (1).
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