Sono quelle più importanti dal punto di vista storico cioè hanno avuto un impatto maggiore nel dibattito dell'epoca.
Gassendi presenta la sua posizione come una possibile alternativa a Cartesio. Egli è legato alla nuova scienza e va nella direzione di quello che sarà poi l'empirismo del '600 e del'700, una posizione più prudente epistemologicamente rispetto a quella di Cartesio che poi sarà ripresa da Locke.
E' il platonismo di Cartesio che Gassendi non tollera e considera come una sorta di eccesso metafisico.
La scienza (per Gassendi come per Mercenne) e le costruzioni scientifiche sono approssimazioni alla realtà, ci danno dei modelli di riferimento che però non sono mai in grado di esaurire la complessità del reale.
Cartesio vede in Gassendi un modello diverso di filsoofia nuova.
Gassendi in realtà si chiamava Pierre Gassend ed è famoso per tutta una serie di opere, poi riunite nel "Sintagma philosophicum" in cui espone il suo pensiero nella forma di una rivisitazione dell'epicureismo.
Ciò che poi ha reso famoso Gassendi è l'idea che l'epicureismo fino ad allora considerato come la peggior filosofia possibile contenga dei germi di verità e non sia così incompatibile con il cristianesimo.
Gassendi non è un filosofo anti cristiano, anzi, egli cerca di trovare una versione dell'epicureismo che sia compatibile con la filosofia cristiana (dal punto di vista fisico, Gassendi recupera l'atomismo epicureo che si oppone a Cartesio il quale era pienista).
Su due punti l'epicureismo non poteva essere riadattato: l'idea di creazione estranea a Epicuro e in generale a tutto il pensiero antico e sulla questione del finalismo cioè sull'idea che il mondo sia ordinato finalisticamente da Dio. Il più epicureo tra Gassendi e Cartesio è quest'ultimo perché sosteneva che in fisica non ci sono fini; Gassendi è costretto a rinnegare il suo maestro Epicuro dicendo che Dio ha creato il mondo secondo un ordine finalistico che si rivela negli animali, nelle piante ecc...
Cartesio fu accusato di epicureismo per questa sua teoria secondo la quale non ci sono fini nella natura la quale agisce solo secondo leggi meccaniche.
Cartesio non prese bene le obiezioni di Gassendi. Sono le uniche obiezioni che nella prima edizione non sono anonime.
Queste obiezioni ebbero una grande popolarità per tutto il '600; anzi per alcuni il cartesianismo nacque già morto in quanto portava con sé quelle obiezioni/difficoltà che poi ne avrebbero impedito un'affermazione piena.
Obiezione alla prima meditazione:
Gassendi della prima meditazione ha poco da dire; ha nel suo pensiero degli elementi di scetticismo quindi è d'accordo con Cartesio quando sostiene che i sensi e anche la matematica non ci danno una conoscenza certa del reale. Non c'era bisogno del Dio ingannatore o genio maligno per sapere queste cose che sono evidenti a tutti.
Obiezioni alla seconda meditazione:
La strategia da una parte si fonda su un equivoco, dall'altra tocca un punto reale. La strategia consiste nel sostenere che Cartesio non ha provato che la materia non può pensare e che quindi risulta ancora da dimostrare che il pensiero non sia una semplice proprietà della materia.
Che differenza c'è con la posizione di Hobbes? Hobbes sosteneva dogmaticamente che tutto ciò che esiste è corpo. Gassendi sostiene che non sappiamo come siano le sostanze ma proprio perché non lo sappiamo non possiamo negare che la mente sia soltanto una funzione del corpo, che la mente non dipenda da certi movimenti corporei; la mente potrebbe essere corporea.
Gassendi non oppone a Cartesio un monismo materialistico come Hobbes.
Cartesio secondo Gassendi deve dimostrare prima di poter concludere il suo dualismo tra la mente e il corpo, che la materia non può pensare e questo secondo Gassendi, Cartesio non lo dimostra mai perché il cogito al massimo mi dice che esisto mentre penso e che ho delle funzioni intellettive che restano tali anche supponendo che i corpi non esistano.
Il punto reale è che la dimostrazione che la materia non può pensare non è mai data da Cartesio. Cartesio rimanda Gassendi alla sesta meditazione dove però si limita a sostenere che abbiamo concetti distinti della mente e del corpo, dunque Dio non ci inganna e la mente e il corpo sono due sostanze diverse.
Obiezione:
Il pensiero potrebbe dipendere non tanto dal corpo che noi vediamo ma da una materia sottilissima, un vapore diffuso in tutto il corpo. Qui Gassendi dice che Cartesio ha ragione a dire che i corpi pesanti che vediamo nella nostra esperienza non possono pensare di per sé ma il pensiero potrebbe dipendere da una sorta di etere diffuso nel nostro corpo, invisibile, infinitesimale ma tale da permetterci tutte quelle operazioni che in genere vengono attribuite a una cosa pensante. Anche questa dottrina di Gassendi è un recupero della vecchia tesi di Epicuro (tesi dell'anima ignea).
Gassendi tenta di proporre un materialismo alternativo al dualismo di Cartesio. Paradossalmente è quasi più Cartesio che darà una mano al materialismo moderno che non Gassendi.
E' Cartesio che sostanzialmente suppone che il pensiero sia poi il corrispondente coscienziale di determinati movimenti di materia. Per Cartesio l'anima non è qualcosa di diffuso nel corpo ma è un complesso di funzioni coscienziali che dipende dal movimento della ghiandola pineale. In altri termini, il pensiero dal punto di vista cartesiano è comunque una funzione del cervello.
Questione degli animali macchina:
Con la sua teoria secondo la quale la vita e tutte le funzioni organiche sono puramente materiali, Cartesio, si era messo in una sorta di vicolo cieco nel momento in cui doveva stabilire se gli animali sono o no dotati di mente.
La sua risposta destinata a essere irrisa da tutti è che gli animali non hanno la mente quindi non hanno la coscienza. Per Cartesio tutte le funzioni degli animali sono spiegabili in termini meccanici.
Agli animali manca soltanto il pensiero cioè la coscienza. Gli animali però hanno tutta una serie di comportamenti visibili che sembrano contraddire questa tesi.
Malebranche dirà che sarebbe inconcepibile che gli animali sentano dolore perché non hanno peccato e il dolore è una conseguenza del peccato di Adamo.
Montaigne polemicamente contro l'Umanesimo diceva che gli animali su certe cose sono molto meglio che gli uomini.
Gassendi dice che Cartesio è stato costretto a dire che gli animali non pensano perché dicendo il contrario avrebbe dovuto attribuire agli animali una mente, una ragione, un'anima potenzialmente immortale. O gli animali non hanno una mente e dunque non pensano perché non sono coscienti, oppure, ce l'hanno e quindi hanno una res cogitans anche loro come tutti i crismi della res cogitans e quindi Dio ha dato una mente, una res cogitans, un'anima a qualsiasi forma vivente.
Per gli scolastici, gli animali avevano un'anima sensitiva.
Cartesio con la sua radicalità ha drammatizzato tutta la questione: o tutto è materiale o in tutto c'è una mente. Egli in realtà voleva sostenere che tutto è materiale tranne l'uomo in cui c'è anche questa mente che però non aggiunge niente alle funzioni del corpo; aggiunge la semplice consapevolezza di queste funzioni.
Negli animali, secondo Cartesio, vi è soltanto il comportamento apparente del dolore. Le armi di Gassendi contro Cartesio sono da una parte la possibilità del materialismo, l'inconcepibilità della tesi degli animali macchina e l'unione della mente e del corpo.
L'accusa che Gassendi fa a Cartesio è la seguente: "Come fai tu Cartesio dopo aver distinto così rigorosamente la mente e il corpo a dire che queste due sostanze sono unite nell'uomo".
Anche qui Gassendi recupera alcune teorie di Epicuro e di Lucrezio sostenendo che ci può essere il rapporto causale solo tra sostanze omogenee.
Proprio dal rifiuto dell'unione tra la mente e il corpo nascono le filosofie di Spinoza, Malebranche, Leibniz (i quali negano ogni interazione tra sostanze diverse).
Per Spinoza non si dà interazione tra sostanze diverse quindi esiste una sola sostanza che è Dio. Dio si identifica con la natura.
Per Malebranche (filosofo cristiano) la mente e il corpo non interagiscono ma tra i loro atti vi è un rapporto puramente occasionale.
Per Leibniz non c'è interazione tra sostanze, ogni sostanza ha dentro di sé già predisposto tutto il complesso e le sue modificazioni future.
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