" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

Le quarte obiezioni alle Meditazioni metafisiche di Cartesio

venerdì 11 marzo 2011

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Sono famose per un tema: il circolo vizioso di Cartesio. L'autore è Arnauld il quale era un teologo di professione e apparteneva alla corrente giansenistica del pensiero religioso e teologico del '600. I giansenisti erano un partito opposto ai gesuiti nei dibattiti ideologici e politici interni alla chiesa francese o cattolica del '600.
Arnauld è uno dei rappresentanti più importanti del giansenismo francese. Fu esiliato in Belgio per evitare di essere toccato dall'ondata di repressione contro i giansenisti che culminerà all'inizio del'700 con la proibizione di questo movimento da parte di Luigi XIV.
Egli diventerà seguace di Cartesio. E' il primo teologo "cartesiano" in filosofia.
E' l'autore di un testo famoso intitolato "La logica di Port- Royal" (L'arte di pensare è il titolo originale) insieme a Pierre Nicole un giansenista.
Fra Arnauld e Cartesio c'è una voglia di confrontarsi amichevolmente.
Arnauld proprio perché è un teologo, è sensibile a delle possibili ricadute teologiche della metafisica di Cartesio e insiste su un punto: la transustanziazione, tesi secondo la quale l'ostia e il vino della messa si identificano con la sostanza Gesù Cristo.



Il nodo principale della discussione tra protestanti e cattolici dal punto di vista teologico era se vi fosse una presenza reale del corpo o del sangue di Cristo nell'ostia e nel vino eucaristici.
La posizione ortodossa e cattolica ribadita dal Concilio di Trento era quella della presenza reale (nella messa si ha un incrocio di sostanze e una mutazione di sostanze); i protestanti negavano e asserivano che si trattava di una tesi assurda, irrazionale e inconcepibile.
Questo dibattito è importante in quanto apre la questione della possibilità di una teologia razionale.
Arnauld insiste sulla tesi della transustanziazione per dimostrare di non essere protestante.
La fisica di Cartesio (il meccanicismo) sembrava del tutto incompatibile con la tesi della transustanziazione (il contrasto fra le due teorie era del tutto involontario per i rappresentanti della nuova scienza). La sostanza del pane e del vino durante l'eucarestia si tramutavano miracolosamente nel corpo e nel sangue di Gesù Cristo, ma gli accidenti esterni cioè le qualità di queste sostanze per miracolo rimanevano immutate.
Per Cartesio i sapori, odori, e il gusto sono modificazioni della nostra mente e non fanno parte del corpo e a loro volta vengono causate dai movimenti del corpo; se noi eliminiamo questo corpo automaticamente eliminiamo anche le sue proprietà cioè le nostre modificazioni mentali, quindi eliminiamo gli accidenti reali e nello stesso tempo anche il dogma della transustanziazione.
Galileo Galilei aveva avuto gli stessi problemi di incompatibilità.








Risposta di Cartesio:


E' una novità che Cartesio accetti di rispondere all'obiezione della transustanziazione perché ha sempre ritenuto che le questioni di teologia rivelata non fossero di sua competenza. Intendo attuare tale precisazione: la teologia si divide in due ambiti:
1)quella rivelata la quale dipende dalle scritture e da tutto ciò che la Chiesa nei vari concili ha stabilito come dogma di fede in quanto rivelato da Dio
2) quella razionale che consiste, invece, in ciò che la ragione è autonomamente in grado di asserire indipendentemente dalla rivelazione su Dio.
Cartesio ha sempre sostenuto che la filosofia deve occuparsi soltanto della teologia razionale, di dimostrare l'esistenza di Dio, ma deve lasciare ai teologi di professione tutto ciò che riguarda l'ambito della rivelazione.
Più che una risposta ad Arnauld quella di Cartesio è una confutazione della spiegazione scolastica.
Cartesio asserisce che il sapore e il colore del pane sono degli accidenti reali cioè sussistono da soli senza bisogno di una sostanza allora non sono più accidenti ma sostanze perché tipico della sostanza è il fatto di sussistere di per sé.
Accidente reale è una contraddizione.
Cartesio è bravissimo a distruggere la tesi scolastica; gli accidenti reali o sussistono da sé e quindi sono sostanze reali oppure sono attaccati alla sostanza del pane e quando questa diventa Gesù Cristo scompaiono.
Secondo Cartesio la transustanziazione è un intervento miracoloso che avviene nella nostra mente (Dio per miracolo muterebbe la sostanza del pane nel corpo di Gesù Cristo ma farebbe si che la nostra mente in presenza del corpo di Gesù Cristo abbia le stesse percezioni che dovrebbe avere se fosse in presenza del pane o del vino).
In altri termini, ciò che Dio cambierebbe è il nostro modo di vedere gli oggetti. Quindi avvengono due miracoli: il cambiamento della sostanza nel pane e nel vino e il nostro modo di vedere.








Obiezione del circolo vizioso:


Cartesio ha commesso un circolo vizioso nel suo itinerario metafisico? In che cosa consisterebbe?
L'obiezione riguarda il rapporto che sussiste nel pensiero di Cartesio tra la dimostrazione dell'esistenza di Dio e il principio delle idee chiare e distinte (principio dell'evidenza secondo cui ciò che è evidente è vero).
Quello che gli obiettori contestano è che questi due principi sembrano legati viziosamente dal punto di vista logico; cioè uno dipende dall'altro e quindi risultano non fondanti. Come faccio a dimostrare che Dio esiste? Utilizzando il principio delle idee chiare e distinte, utilizzando l'idea che ciò che è chiaro e distinto è vero. Come faccio a dimostrare che ciò che è vero è evidente? Appellandomi alla veracità di Dio cioè alla dimostrazione dell'esistenza di Dio.
Arnauld chiede: "Che cosa viene prima? L'esistenza di Dio o il principio delle idee chiare e distinte?"
Nessuno dei due perché dipendono l'uno dall'altro.


Risposta di Cartesio:


La risposta di Cartesio tende a schivare le obiezioni piuttosto che a risolverle.
L'evidenza avrà la sua forza. Secondo Cartesio, questa obiezione può essere superata distinguendo tra due momenti diversi: il momento dell'evidenza attuale in cui appunto percepiamo una connessione evidente tra due concetti, ad esempio 2+2=4, Dio esiste; e il ricordo di questa evidenza (evidenza percepita e evidenza ricordata).
Cartesio sostiene qui che l'evidenza attuale, percepita non ha bisogno di giustificazione ma che l'evidenza ricordata possa essere soggetta al dubbio se non supponessimo che esista un Dio verace, che non ci inganna. L'evidenza attuale ci fa dimostrare l'esistenza di Dio.
La vera questione è se si può o no dimostrare l'esistenza di Dio senza far ricorso al principio delle idee chiare e distinte.
la dimostrazione dell'esistenza di Dio non dipende dal principio delle idee chiare e distinte.
Dal dubbio della prima meditazione risultavano esenti alcuni principi logici (come il principio di causalità) perché non avevano nessuna implicazione ontologica esistenziale ma dipendevano dal semplice lume naturale.
Il principio di causalità non dipende dal principio delle idee chiare e distinte per il semplice fatto che  quest'ultimo riguarda le essenze ed esistenze delle cose, non riguarda le semplici concatenazioni logiche o causali.






Forse l'unico modo di rispondere all'obiezione del circolo vizioso potrebbe consistere nel sostenere che per dimostrare l'esistenza di Dio è necessario soltanto il principio di causalità unito al fatto della mia esistenza in quanto essere pensante e capace di pensare l'idea di Dio.
Dal punto di vista storico, l'obiezione del circolo vizioso avrà grandissima popolarità in tutta la filosofia seguente e costituirà il tallone di Achille del pensiero cartesiano, perché andava a toccare il movente fondamentale di tutta la filosofia di Cartesio cioè fondare la ragione umana sulla ragione stessa, ritrovare una spiegazione razionale della validità della ragione.
Il principio di causalità è il nostro modo di pensare ed è anche il nostro modo di essere ma è anche il modo di essere di Dio perché quest'ultimo è causa di sé stesso.
Il tema principale di questa parte di esposizione delle risposte è proprio l'onnipresenza della causalità in Cartesio e in tutta la metafisica moderna.
Hume attacherà il dogma della causalità come principio fondante! In Kant ci sarà il recupero di tale principio.
Infine è necessario asserire che Arnauld è stato l'unico a capire l'ordine delle meditazioni, cioè che non è all'interno della seconda meditazione che Cartesio dimostra la distinzione reale tra la mente e il corpo, ma è all'interno della sesta meditazione.

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