" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

Ibn-Gebirol: la volontà

venerdì 22 aprile 2011

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La materia e la forma hanno in comune tra loro il desiderio che le spinge ad unirsi l'una all'altra. La materia ama la forma e desidera di godere la gioia che prova nell'unirsi ad essa; la forma desidera realizzarsi nella materia per produrre in essa la sua azione, secondo un impulso che le è comunicato dallo stesso Creatore (Fons vitae, III, 13). L'amore e la tendenza reciproca, che forma e materia hanno tra loro, deve derivare da una sostanza superiore di cui entrambe partecipano. Questa sostanza spirituale, è il Verbo attivo (Verbum agens) o volontà di Dio.
"Nell'essere, dice Avicebron, non ci sono che tre cose: La materia e la forma da una parte, l'Essenza prima dall'altra parte, infine la Volontà che è il mezzo tra gli estremi".









La Volontà crea la materia e la forma universale e con esse tutti gli esseri che risultano composti di materia e forma. La Volontà è legata alla materia e alla forma come l'anima è legata al corpo: è diffusa in esse e le penetra interamente (Ib., V, 36). Essa è la virtù dell'essenza prima, cioè di Dio, ed è quindi l'intermediaria tra quest'essenza da un lato e la materia e la forma dall'altro.
Tuttavia tra l'Essenza prima o il suo Verbo attivo e la materia, Avicebron ammette una serie di forme o sostanze separate, ispirandosi evidentemente al neoplatonismo del Liber de causis.
Queste sostanze, secondo l'ordine che va dalla meno perfetta e meno semplice alla più perfetta e più semplice sono le seguenti: la natura, le tre anime (vegetativa, sensitiva e razionale), l'intelligenza.







L'intelligenza comprende tutte le forme e le conosce. L'anima razionale comprende le forme intelligibili e le conosce con un movimento discorsivo che la fa passare successivamente dall'una all'altra. L'anima sensitiva percepisce le forme corporee e le conosce. L'anima vegetativa s'impadronisce dei corpi e li muove. La natura congiunge le parti del corpo, genera tra loro attrazione o repulsione e le scambia tra loro.
Queste sostanze intermedie sono meno perfette a misura che si allontanano dalla loro forma comune, la Volontà creatrice di Dio. La loro crescente imperfezione si spiega con il diminuire della potenza della Volontà creatrice, la quale, sebbene infinita in sé, è finita nella sua azione e perciò si affievolisce (come un raggio luminoso che si allontana dalla sorgente) a misura che procede avanti (Ib., IV, 19).


La filosofia di Avicebron presenta nel suo insieme una originalità e una forza che ne hanno assicurata l'influenza nei secoli successivi. La sua parte storicamente più importante è l'affermazione della materia universale.
Combattuta da S.Tommaso, questa affermazione sarà ripresa da Giordano Bruno che ne farà il presupposto del suo panteismo.


Fonte: Storia della filosofia di Abbagnano.

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