" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

Ibn-Gebirol: materia e forma

venerdì 22 aprile 2011

| | |








Salomone Ibn-Gebirol fu riconosciuto da Munk come l'autore del Fons vitae che gli scolastici latini conobbero con il nome di Avicebron e ritennero arabo. Nato a Malaga nel 1020 o 1021, ebbe la sua educazione a Saragozza e visse probabilmente sino al 1069 o 1070. Fu celebre come poeta e, secondo una tradizione leggendaria, fu ucciso da un musulmano che era geloso del suo genio.
L'albero di fico sotto il quale fu nascosto il suo cadavere portò frutti così straordinari da attirare l'attenzione del re sul suo proprietario, che fu costretto a confessare il suo crimine.
La sua opera La sorgente della vita, composta in arabo, fu tradotta in latino da Giovanni Ispano e Domenico Gundisalvi.
Essa è in forma di dialogo tra maestro e scolaro ed è divisa in cinque libri.










La speculazione di Avicebron è dominata dai concetti aristotelici di materia e forma. Il principio da cui essa muove è infatti quello della composizione ilomorfica universale: tutto ciò che è, è necessariamente composto di materia e forma. Avicebron comincia con il ridurre ad una materia unica le diverse materie e ad un'unica forma le forme diverse del mondo.
A questo scopo comincia col ridurre ad un'unità la materia e la forma delle cose sensibili. In queste, tutte le varie specie di materie, sia quelle artificiali, per esempio, il bronzo, sia quelle naturali (quattro elementi), sia quella celeste, hanno tutte a stessa natura che è quella di essere il sostegno o soggetto della forma. E dall'altro lato, tutte le forme sensibili hanno in comune il carattere di essere forme corporee.
Nelle cose sensibili, dunque, c'è una sola materia, il corpo, e una sola forma, la forma corporea o corporeitas.









Ma la materia non è soltanto corpo, giacché diventa corpo unicamente per l'aggiunta di quella forma particolare che è la corporeità; e dall'altro lato la forma non è soltanto corporeità perché questa è solo la determinazione di una forma più universale. Una materia che sia più universale della materia corporea deve essere comune non solo ai corpi ma anche agli spiriti: c'è una materia che entra a comporre sia le sostanze spirituali sia quelle corporee. Le sostanze spirituali non sono dunque semplici, ma sono anch'esse composte di materia e forma. Negli scolastici latini, la dottrina di Avicebron venne appunto tipizzata in questo principio della composizione ilomorfica delle sostanze spirituali.










Se c'è una materia universale, comune anche nelle sostanze spirituali, ci sarà una forma universale comune a tutti gli esseri. Questa forma universale è l'insieme delle nove categorie di Aristotele, che costituiscono appunto le determinazioni più generali dell'essere. La materia universale è la prima delle categorie aristoteliche, la sostanza, che sostiene (sustinet) la altre nove categorie (Fons vitae, II, 6).
Così unificate e universalizzate, la materia e la forma non sussistono in sé, ma nella mente del Creatore. Nella Sapienza di Dio, materia e forma sussistono nella loro distinzione. La creazione consiste nell'unione, determinata dalla volontà divina, tra la mente e la forma.
Per essa, la forma si unisce alla materia determinata, comunicandole via via le sue determinazioni successive: le qualità primarie, la forma minerale, la forma vegetativa, la forma sensitiva, la forma razionale, la forma intelligibile.
Ma il presupposto di questa unione tra la materia e la forma, in cui la creazione consiste, è la volontà di Dio.


Fonte: Storia della filosofia di Abbagnano

0 commenti:

Posta un commento

Forum filosofico

Mettiti alla prova con il quiz filosofico

Indovinate le opere dei filosofi!!

Indovinate che filosofi sono!

Costruite il simbolo della filosofia!

Puzzle filosofico

Puzzle di Nietzsche!

Il puzzle di Schopenhauer!

Puzzle di un dipinto filosofico!

Il puzzle di un aforisma