" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

Il problema più importante (Kant)

giovedì 7 aprile 2011

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Il ruolo dell'Io che conosce, quindi se sensibilità intelletto e ragione sono dei livelli di conoscenza ma c'è un soggetto che conosce è questo il vero nodo del sistema di Kant il quale parlò di appercezione trascendentale.
Appercezione trascendentale: ogni conoscenza è sempre conoscenza di un io che accompagna tutti gli atti ed è formalmente sempre identico (posso dire 50 anni fa facevo questo e in un certo senso sono sempre io, anche quando svolgo attività diverse sono sempre io).
Il termine appercezione viene da Leibniz che ha distinto tra percezione e appercezione (percepire è rivolto all'oggetto e l'appercezione è rivolta all'io che è consapevole di se e quindi ogni qualvolta che agisco sono sempre io).




Che cos'è l'Io?


Nella Critica della ragion pura Kant dice che è uguale a X, è una funzione, un'incognita in quanto io ho intuizione di me solo attraverso la sensibilità ciò significa che io mi conosco solo in quello che sono in quel momento e non 50 anni fa; in altri termini io mi conosco sempre in modo empirico ma non come io.
Quando mi chiedo chi sono mi viene sempre in mente qualcosa di concreto ma io non posso concretamente guardarmi, ciò significa che io sono una X, una funzione p meglio mi conosco solo come funzione, sarò qualcosa d'altro ma non mi conosco in qualcosa d'altro. Funzione conoscitiva o funzione pratica.

Quando si presenta il problema?


Già nel 1786 prima della II edizione della Critica della ragion pura, si tratta del problema definito dell'autocoscienza perché se io sono una x che cos'è l'autocoscienza? L'autocoscienza rappresenta il fatto che io sono cosciente di me solo come una funzione.
Su questo punto inizieranno a separarsi Reinhold e Fichte perché se l'io è il soggetto che conosce e che agisce, posso dire che è solo una funzione?
Il problema dell'io è uno di quelli più sentiti fra i giovani che si ispiravano alla filosofia di Kant.

Quale altro problema si presenta?

Se io dico che conosco solo ciò che mi appare cioè i fenomeni e non le cose cosi come sono (che esistono ma non le conosco, tra cui anche l'io come principio di attività) cosa significano allora queste cose in se, posso parlare di cose che non si conoscono?
Mendelsson scrisse nel 1785 "Ore mattutine" e criticò il concetto kantiano di cose in se senza nominare Kant ma tutti capirono che si riferiva a lui.

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