" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

Ricoeur (parte 4)

martedì 19 aprile 2011

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Il quarto paragrafo riguarda "il piano della riflessione": l'esistenza come ha mostrato il "piano semantico", si esprime in significati che vengono consegnati al linguaggio attraverso i simboli, la cui interpretazione anche diversa e conflittuale, che spetta alla filosofia ermeneutica dirimere, deve rimandare alla propria esistenza. Ma da questo punto di vista il soggetto inteso come cogito non regge, perché rappresenta una realtà puntuale, incontestabile ma vana, che è stata inoltre messa in crisi dal sospetto della sua inconsistenza: il cogito si può cogliere solo attraverso le sue espressioni che devono però essere interpretate ponendo attenzione alla possibilità della falsa coscienza. Abbiamo comunque una duplicità di significati che può scaturire per equivoco o per sovrabbondanza e che deve essere risolta: questo compito non può essere svolto direttamente dalla logica del linguaggio, ma da una riflessione trascendentale sulle condizioni di possibilità, da una logica riflessiva.








Questo cammino dell'ermeneutica deve giungere infine all'ontologia che non può però essere né unificata e totalizzante né separata dal percorso precedente: si tratta di un'ontologia spezzata. La psicoanalisi con la sua critica della coscienza ci mostra che non si può avere accesso diretto all'io: occorre abbandonare la propria sicurezza e trasparenza per ritrovare attraverso le espressioni simboliche la propria identità.
L'esistenza è anzitutto desiderio e sforzo, tensione a realizzarsi, a esplicarsi. Se la psicoanalisi mostra la via verso la radice dei significati espressi, cercando di risalire indietro all'arché - l'archeologia del soggetto - c'è un'altra ermeneutica, quella della Fenomenologia dello spirito, che non è più una regressione, ma una progressione verso un senso che è in movimento: la teleologia del soggetto.






Si apre però un'ulteriore dimensione espressa dalle fenomenologia della religione, quella del sacro che, nelle sue diverse forme, rappresenta l'origine e il compimento del cammino percorso: è quella dimensione in cui l'uomo non può disporre in senso radicale: l'escatologia del sacro.
Queste tre vie rimandano verso l'ontologia che non è però separabile da questo percorso: la meta resta comunque ancora solo indicata, anche se possiamo segnalare la correttezza di determinate interpretazioni per giungere a questo obiettivo. 
Compito dell'ermeneutica è confrontarsi con queste vie, con i loro intrecci, in direzione della domanda sul senso dell'essere dell'esserci.

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