" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

Romanticismo (parte 2)

mercoledì 13 aprile 2011

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Secondo Ast, però, la comune origine spirituale dalla quale sia la grecità che il cristianesimo prendono le mosse è garante di una rinnovata unità, un'unità che questa volta non si realizza più nell'inconsapevole soggiogamento del singolo alla totalità, ma nella libera, consapevole armonia dell'elemento plastico e poetico proprio della cultura greca e di quella ricca interiorità che è peculiare del cristianesimo.
Ebbene, al realizzarsi di questa ideale unità è volta l'ermeneutica: essa deve infatti, trascendendo l'ambito della pura, atomizzata esteriorità, riconoscere l'appartenenza dei prodotti della cultura umana a un unico spirito.
Ast propone così un modello di comprensione e di spiegazione come riproduzione/ricostruzione (che influenzerà Schleiermacher): si tratta cioè di riprodurre/ricostruire l'idea che è alla base di un'opera per giungere a definire quell'unità di forma e contenuto, di interno ed esterno dalla quale essa scaturisce.



E' lo stesso processo di produzione che, seguendo la via inversa, l'interprete deve porre in atto per giungere alla comprensione dell'opera. Il procedere ermeneutico muove così dalla lettera dell'opera, che coincide con l'atomizzata esteriorità che va trascesa, per definire il suo senso ossia il rapporto del particolare con l'intero, rapporto nel quale già si annuncia lo spirito, che costituisce il culmine del cammino interpretativo nel quale si disvela la vera vita dell'opera, il luogo in cui essa trascende la propria particolarità per congiungersi con la totalità identica dello spirito.
Anche Ast parla così di tre tipi di comprensione: quella grammaticale (riguardante gli aspetti linguistici), quella storica (concernente il contenuto delle opere) e quella spirituale (rivolta allo spirito dell'autore nella sua identità con il tutto).






In quanto è unico lo spirito che prende forma nelle opere, ogni particolare contiene già in sé la totalità e ad essa rimanda per la propria autocomprensione, mentre la totalità ( o lo spirito, l'idea) non è conoscibile che attraverso le sue manifestazioni, ossia nel particolare (ecco tornare in modo esplicito il problema del circolo ermeneutico). 
Il modo stesso in cui Ast pone il problema induce però a dissolverlo: infatti attraverso l'indagine del particolare si ha la certezza di pervenire al significato dell'insieme, poiché - con Schelling - si presuppone a priori l'identità del primo e del secondo termine. In tal modo non viene riconosciuta la reale natura problematica insita nell'interrogazione dei testi. L'identità dello spirito garantisce si dall'inizio l'armonia tra le polarità antitetiche (aspetto decisamente rifiutato da Schleiermacher) di presente e passato e di particolare e universale.

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