" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

L'ermeneutica di Skinner (parte 11)

venerdì 6 maggio 2011

| | |






3) Mitologia della coerenza: Si suppone che un autore nel corso di tutta la sua opera debba sempre essere coerente e si cerca di risolvere le antinomie che eventualmente si trovano in lui. Questa mitologia tende a negare o sminuire la possibilità di un'evoluzione nel pensiero di un autore.
C'è la tendenza a riportare tutta l'opera di un autore a una sorta di coerenza stabile, unitaria e anche quando questa coerenza sembra non sussistere si fanno tutti gli sforzi per risolvere le antinomie cioè le contraddizioni; pertanto si dice che le antinomie sono soltanto apparenti e si afferma che invece nella sostanza il pensiero è coerente/unitario.
Questa mitologia della coerenza tende ad appiattire il pensiero dell'autore e a renderlo monocorde, si negano evoluzioni, contrasti, contraddizioni, tutto ciò che può turbare la coerenza del pensiero dell'autore.







Skinner prende in esame alcuni pensatori classici (ad esempio come viene interpretato Hobbes da un grande storico di nome Hood il quale tende a negare le contraddizioni del pensiero di Hobbes).Intorno a Hobbes c'è una grande battaglia proprio perché il suo pensiero è contemporaneamente una teoria politica laica in cui la figura di Dio ha pochissimo rilievo e poi successivamente i temi religiosi, in particolare quelli ricavati dalla Bibbia sono dominanti.
A questo punto ci si chiede: Qual'è il vero Hobbes?
Gli autori hanno così cercato di stabilire una coerenza; chi è partito da un'ipotesi religiosa ha asserito che il vero Hobbes è quello della seconda parte del suo pensiero, e ha reinterpretato la prima parte del suo pensiero per farla quadrare con la seconda; altri, hanno dato un'interpretazione laica del suo pensiero.
Skinner fa l'esempio e dice: vediamo che alla fine del Leviatano (dopo le parti che sembrano in contraddizione), Hobbes scrive il capitolo finale intitolato "Revisione e conclusione" nel quale troviamo che i temi religiosi sono completamente assenti.






Lo stesso Hobbes ci da, quindi, una chiave per leggere la sua opera.
Hood che è un seguace dell'interpretazione religiosa di Hobbes ignora o sminuisce il valore di questa conclusione.


Un'altra versione di questa mitologia della coerenza è stata sviluppata da Leo Strauss il quale ha proposto di leggere glia utori classici che hanno vissuto in epoca di persecuzione tra le "righe".
Questi autori che non hanno potuto esprimersi liberamente/pubblicamente hanno cercato di far capire tra "le righe" quello che era il loro vero pensiero. Strauss dice che anche quando Hobbes parla di Dio, in realtà sta nascondendo il suo vero pensiero, è una forma di simulazione o dissimulazione.
La simulazione è dire il contrario di ciò che uno pensa. La dissimulazione è quando non si dice il falso ma si nasconde il vero.
Secondo Strauss gli autori del 500 e del 600 hanno praticato delle tecniche si simulazione e di dissimulazione.
In altri termini, noi non dobbiamo prendere alla lettera i loro testi ma cercare di decifrare il significato nascosto.
Questo è un metodo pericoloso in quanto si rischia di far dire all'autore quello che vogliamo noi. Proprio per questo motivo, Skinner critica questo metodo e lo colloca tra le mitologie.

0 commenti:

Posta un commento

Forum filosofico

Mettiti alla prova con il quiz filosofico

Indovinate le opere dei filosofi!!

Indovinate che filosofi sono!

Costruite il simbolo della filosofia!

Puzzle filosofico

Puzzle di Nietzsche!

Il puzzle di Schopenhauer!

Puzzle di un dipinto filosofico!

Il puzzle di un aforisma