Il cosmo dei pitagorici:
A Filolao risale la concezione cosmologica che ebbero i pitagorici. Questa concezione è allotria di quella che ebbero i greci (la terra occupa il centro dell'universo; questo sarà ripreso da Tolomeo e scardinata da Copernico).
Per i pitagorici non è la terra che occupa il centro dell'universo ma un fuoco centrale intorno al quale ruotano dieci corpi: la terra, la luna, il sole e cinque pianeti all'epoca conosciuti: Venere, Mercurio, Marte, Giove e Saturno); poi c'è una sfera che Aristotele chiamerà "cielo delle stelle fisse".
I pitagorici per arrivare al numero dieci aggiungono l'antiterra situata tra il fuoco centrale e la terra.
In questo modo la terra viene detronizzata per la prima volta dalla sua posizione di centro dell'universo.
Talete asseriva che la terra galleggia nell'acqua. I pitagorici sono i primi che creano una figura geometrica che sarà ereditata da altri.
Copernico penserà che i corpi che ruotano intorno al sole compiono un moto sferico. Il sole è una grande lente che riflette la luce e la proietta.
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