" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

Appunti per la lettura dell'Encomio di Elena (4)

giovedì 25 agosto 2011

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Il settimo paragrafo dell'Encomio di Elena analizza il secondo motivo per cui Elena potrebbe aver tradito Menelao, vale a dire perché vi fu costretta da Paride con la forza. Come Elena è innocente se costretta all'adulterio da una volontà soprannaturale così non ha colpa se violentata e rapita da Paride. La legge di natura stabilisce che il più forte ceda al più debole e la cosa vale tanto se il più forte è un dio o la sorte o la necessità, quanto se il più forte è semplicemente un essere umano.
Non è quindi Elena a meritare disprezzo (semmai merita compassione per la sciagura capitatale), ma Paride che, barbaro, compì barbara impresa. Certo viene spontanea l'obiezione che anche Paride per parte sua potrebbe aver subìto l'imposizione del Fato e aver ceduto, come ogni debole uomo, alle vincolanti decisioni del destino.
Per Gorgia però difendere Elena significa in ogni caso scaricare la colpa su Paride e l'apologia di Elena si trasforma in un'accusa a Paride. E' opportuno sottolineare che Isocrate nella sua Elena non segue la via del maestro e scagiona anche Paride; però, al di là di questa differenza, c'è un particolare importante che vede sostanzialmente sulla stessa linea maestro e allievo.








Le parole di Gorgia nei confronti di Paride sono piuttosto dure, suonano a condanna piena e indiscutibile e lasciano intravvedere il motivo tradizionale dell'opposizione fra Greci e Barbari, opposizione nella quale i violenti, gli incolti, i bruti sono certamente i Barbari.
Bisogna ricordare a questo proposito che Gorgia tenne a Olimpia un discorso, l'Olimpico, allo scopo di sostenere la concordia delle pòleis greche in vista di un impegno panellenico nella lotta contro i Barbari, tema che aveva sfiorato anche a Atene, declamando il suo Epitafio.
Il fatto è che non si conosce la data in cui Gorgia compose l'Olimpico (come del resto non si conosce neppure la data in cui compose l'Encomio di Elena) e non è pertanto possibile indicare con certezza il quadro politico in cui cadrebbe l'appello alla concordia fra i Greci per combattere la Prussia.
L'Untersteiner dice che è abbastanza verosimile l'ipotesi di una datazione dell'Olimpico intorno al 392, periodo in cui gli Spartani, dopo aver lungamente combattuto il re persiano senza apprezzabili risultati, cercavano di risolvere la questione in termini diplomatici. Se valesse l'ipotesi cronologica dell'Untersteiner l'Olimpico di Gorgia si collocherebbe nello stesso periodo al quale all'incirca si data l'Encomio di Elena isocrateo, discorso che è pervaso dalla medesima istanza panellenica alla lotta contro la Persia
Pressoché negli stessi anni dunque Gorgia e Isocrate s'incontrano, al di là di ogni altro motivo di dissenso e di contrapposizione, sul terreno politico, cioè nella sollecitazione dell'orgoglio ellenico contro la barbarie persiana.
L'Encomio di Elena di Gorgia non include espliciti e specifici messaggi politici di tenore panellenico, ma ne costituisce forse la premessa quando fa risaltare così chiara la violenza, il disprezzo di leggi e giustizia, la consapevolezza insomma del barbaro Paride nei confronti della greca Elena, violentata, rapita lontano dalla patria, privata dei suoi affetti più cari.


Fonte: L'Encomio di Elena Gribaudo Editore

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