" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

Politico (ebook free)

mercoledì 3 agosto 2011

| | |








La domanda centrale del dialogo, il cui personaggio principale è lo straniero di Elea, che prosegue la discussione iniziata nel Sofista, riguarda le caratteristiche e la specificità della politica, considerata nel suo rapporto con le altre dimensioni e attività presenti all'interno della comunità.
L'intento di Platone è quello di separare la vera arte politica dalle contraffazioni sofistiche dei diversi pretendenti al titolo di reggitore della città. Servendosi del metodo dialettico, Platone cerca di elaborare una definizione dell'arte politica: secondo una prima definizione, essa appartiene al genere delle scienze conoscitive che non si limitano a enunciare giudizi, ma comandano in prima persona su esseri animati, domestici e che vivono in gruppo. La definizione dell'uomo politico come pastore d'uomini, tuttavia, va approfondita, perché non possiede la precisione sufficiente per distinguere il vero politico da coloro che gli contestano tale primato.
Lo Straniero narra il mito di Crono.
Esistono due cicli temporali dell'universo: nel primo, che si compie sotto la guida della divinità, ogni bisogno trova soddisfazione spontanea; gli uomini si distinguono in figli della terra e pastori divini e non sono necessarie né costituzioni né leggi. Alla fine del primo ciclo, il cosmo viene abbandonato dal dio. Il ciclo inverso è segnato da una progressiva perdita della somiglianza rispetto al modello divino. 
La definizione del politico come pastore divino si riferiva al ciclo di Crono; nella nostra era, l'uomo politico è molto più simile ai soggetti che governa di quanto non lo sia il pastore d'uomini al proprio gregge. Si procede quindi a un tentativo di definizione del metodo della politica: l'arte politica consiste nel prendersi cura della città. 
La figura del politico è paragonata a quella del tessitore. Lo Straniero introduce la distinzione tra differenti forme di governo, e precisamente la monarchia (governo di uno solo), l'aristocrazia (governo dei pochi) e la democrazia (governo della moltitudine). Sebbene esistano forme di governo degenerate, segnate dall'esercizio violento del potere, come la tirannide o l'oligarchia, non è questo, per Platone il contrassegno della vera arte politica.
Ciò che definisce il politico non è il numero di coloro che governano, non il censo, e neppure se il potere venga esercitato con violenza. Pensata sul modello dell'arte medica o del sapere del pilota di una nave, la politica riguarda il possesso e il retto esercizio di una scienza del giudicare e del comandare.
Di qui la condanna della democrazia, dal momento che sembra impossibile pensare una moltitudine di individui in possesso di una scienza. Il vero politico è colui che, a prescindere dalle leggi, comanda in vista del bene.
La legge non è mai giusta in assoluto: assomiglia a un uomo autoritario e ignorante, si applica a situazioni particolari, ma possiede inevitabilmente un carattere generale e astratto.
L'intelligenza e la perizia del governante nella sua arte sono di gran lunga più importanti delle leggi; ma queste ultime sono necessarie in quanto esiste il pericolo che chi governa lo faccia con arbitrio. Le leggi sono inutili per quelle costituzioni che non coincidono con la migliore, ma che cercano di imitarla. In questo senso, il rispetto della legge permette di distinguere monarchia da tirannide e aristocrazia da oligarchia.
Il dialogo si conclude con l'ulteriore specificazione della trama e dell'ordito su cui lavora il politico come tessitore.
Il politico intreccia con un unico filo nature tese a obiettivi tra loro opposti, educando gli abitanti alla saggezza, al valore e alla loro giusta mescolanza: attraverso l'educazione e le leggi, egli inculca negli animi l'opinione vera e stabile su ciò che è giusto, buono e bello.
Primo tentativo di pensare la specificità del politico, la riflessione sviluppata da Platone nel Politico, e negli altri dialoghi di argomento affine, come la Repubblica e le Leggi, ha esercitato un'influenza enorme sulla filosofia successiva a partire da Aristotele.

1 commenti:

Bruno Cirino ha detto...

Per fortuna sono rimaste delle figure a cui diciamo"confessiamo" tutto: i sacerdoti , se ne abbiamo voglia, i filosofi che ci ascoltano e ci guidano con i loro saggi consigli ed infine i medici perché a loro non possiamo nascondergli i nostri pantagruelici eccessi, se vogliamo essere ascoltati e curati.

Posta un commento

Forum filosofico

Mettiti alla prova con il quiz filosofico

Indovinate le opere dei filosofi!!

Indovinate che filosofi sono!

Costruite il simbolo della filosofia!

Puzzle filosofico

Puzzle di Nietzsche!

Il puzzle di Schopenhauer!

Puzzle di un dipinto filosofico!

Il puzzle di un aforisma