" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

Differenze tra Husserl e Scheler

mercoledì 23 marzo 2011

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Il modello che la fenomenologia husserliana ha alle spalle è di tipo logico-matematico. Quando Husserl parla di idee e di sapere rigoroso ha in mente un modello generalissimo, costruito sulla base della matematica, che permetta di individuare una struttura permanente e trasparente della realtà.
La proposta teorica di Husserl è più incentrata verso lo sviluppo del metodo fenomenologico e la sua applicazione ad ambiti generalissimi (significativamente grande di discepolo di Husserl è un esistenzialista: Martin Heidegger, il quale, rovesciando quest'ontologia generale, si applica a un'ontologia regionale, quella che pone al centro dell'indagine fenomenologica l'esistenza stessa. Cfr. la sezione di Essere e Tempo dedicata alla fenomenologia dell'esistenza finita).



Scheler, invece che dalla logica e dalla matematica, muove dalle questioni dell'etica, della società, della morale e della politica. La sua fenomenologia è attenta alla dimensione materiale e corporea. Mentre Husserl aveva definito come territori regionali ambiti quali il sentimento, la corporeità e l'eticità, la fenomenologia scheleriana pone al centro della propria riflessione proprio questi ambiti, cercando di cogliere in essi l'elemento carnale corporeo.
In alcuni esiti Husserl sembra andare verso una sorta di idealismo: abbiamo una cosa che si manifesta e una coscienza a cui si manifesta, cioè la cosa è conoscibile solo attraverso la coscienza intenzionale e trascendentale, ovvero, non una coscienza individuale (coscienza di qualcuno), bensì una Coscienza.
Però, se la coscienza è soltanto trascendentale e la cosa si manifesta nella sua idealità (cioè è un'idea), allora che relazione ha il conoscere con la realtà?
La fenomenologia husserliana viene a essere un Puro Idealismo: ci sono soltanto Idee Pure e Soggetti Trascendentali Puri.
Questo esito viene rifiutato da Scheler. Egli lascia cadere l'idea di coscienza trascendentale, poiché ponendo enfasi su di essa il metodo fenomenologico finisce col diventare una Visione Idealistica della realtà.




Scheler non porta fino alle conseguenze estreme la radicalità del metodo husserliano, si limita soltanto a un approccio fenomenologico ai problemi. Il suo atteggiamento è di tipo analitico-descrittivo. Egli, in linea con i principi della fenomenologia, attraverso le descrizioni vuole rendere l'osservatore partecipe della nascita del fenomeno. La fenomenologia intende riuscire a far vedere ciò che ancora non vediamo nel momento in cui stiamo vedendo, e questo può avvenire solo descrivendo in maniera analitica il fenomeno, fino al punto che vediamo nascere il fenomeno dinanzi ai nostri occhi.
Cfr. a questo proposito i vasi di Cezanne formati dalla sovrapposizione di molteplici contorni indefiniti: mettendo a fuoco l'oggetto tramite diverse sovrapposizioni (che altro non sono, nel nostro caso, se non molteplici descrizioni dell'oggetto), intende metterci dinanzi, portare alla luce la nascita del vaso stesso.

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