Sebbene il gesto della riduzione possa, in prima battuta, far sembrare il contrario, la fenomenologia è una valorizzazione dell'esperienza. E' la preoccupazione circa l'esistenza a portarci lontano dall'esperienza, dal mondo della vita.
In questo senso la fenomenologia è un empirismo radicale.
Dove l'empirismo classico riduce l'esperienza all'impressione sensibile, la fenomenologia tiene conto dell'esperienza nella sua complessità e ricchezza.
Concetto centrale della fenomenologia è quello di intuizione; essa vuole sottolineare il carattere intuitivo della ragione, cioè la sua capacità di andare al cuore della cosa, cogliendone l'essenziale.
La conoscenza è intuizione: vedere chiaramente, vedere con immediatezza l'idea.
In opposizione a Kant, che è sospettoso nei confronti di un'intuizione eidetica, si torna alle radici cartesiane del concetto di intuizione: l'intuizione è evidenza.
Tuttavia, non si tratta di una evidenza immediata, bensì raggiunta attraverso il lavoro fenomenologico. Lo sguardo fenomenologico ci mette dinanzi all'evidenza della cosa, intuiamo immediatamente la cosa.
L'intuizione è, quindi, dotata di una sua forza: nel momento in cui raggiungo l'evidenza, a essa non posso più sottrarmi, non posso chiudere gli occhi di fronte a essa.
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