E' possibile immaginare un'etica materiale (distinta dall'accezione di "dato corporeo"), a priori e contenutistica, il cui contenuto sono i valori (valore - Wert). Tali valori sono ideali (è possibile costruire una tavola eidetica) e reali (i valori si trovano incarnati in portatori di valori o beni, giacché non sono disincarnati come le idee platoniche).
Ciò che è buono è il valore. La volontà in sé non è buona o cattiva. L'etica in tal senso è la capacità di istituire una gerarchia tra i valori; la fenomenologia mostra che cosa è portatore di un valore. L'etica ha la capacità di discernere, ossia è un "vedere" in grado di distinguere e gerarchizzare (individuare un ordine di preferenza: si esercita una scelta di preferenza sul valore superiore rispetto a quello inferiore).
Esiste una gerarchia dei valori (dai valori sensibili ai valori spirituali): l'uomo deve inscrivere le sue scelte in seno a un ordine gerarchico di valori.
Lettura e commento dei passi:
(Cfr. Scheler, p.48)
A) valore positivo o affermazione del suo grado di essere;
B) valore negativo o annullamento di quell'essere.
Si definisce buona la scelta che volge a un valore la cui realizzazione è positiva. La tavola dei valori è istituibile " a priori" e quando lo si vede ci si approssima alla sua realizzazione.
La volontà è sempre volontà di preferire (il positivo) o posporre (il negativo).
(Cfr. Scheler, p.77)
L'esperienza fenomenologica si contrappone all'atteggiamento naturale (ingenuo e fallace). L'esperienza fenomenologica prrescinde dal riferimento empirico e si sforza di cogliere l'essenza, ovvero ciò che costituisce una determinata cosa, come istanza avulsa dalla pura e semplice fatticità.
Si dà uno sguardo difforme da quello proprio dell'atteggiamento naturale (dimensione fisica e puntuale), è uno sguardo che si volge verso ciò che sfugge a quello naturale, ossia coglie l'eidetico.
L'atteggiamento naturale è sempre viziato dalla trascendenza (trascendenza nel senso comune, non religioso, di "stare o essere oltre", di esteriorità). Nell'atto conoscitivo l'atteggiamento naturale si trova un'esteriorità sempre estrinseca o trascendente, l'atteggiamento fenomenologico, invece, ha carattere di immanenza, raggiunge un'immediatezza (vede immediatamente una trasparenza). Pertanto le cose sono immanenti, ovvero appartengono allo sguardo fenomenologico.
Si ha una perfetta esperienza fenomenologica (che è sempre esperienza di immanenza) quando inteso e dato coincidono.
Scheler confuta alcune pretese della filosofia kantiana: es. la sua etica a priori, formale e razionale; l'identità a priori e formale.
Scheler riconosce una dimensione a priori materiale e una dimensione a priori sentimentale o emozionale, che non assume connotazione negativa come nel pensiero kantiano. (Cfr. Scheler, p.87).
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