" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

Cenni a Hegel

giovedì 14 aprile 2011

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Inserisco ora alcune riflessioni sul pensiero di Hegel, che è per così dire l'alternativa a Schleiermacher.Non è di solito un autore che fa parte della storia dell'ermeneutica, ma rappresenta comunque un punto di riferimento costante rispetto a cui l'ermeneutica propone una linea alternativa e proprio per questo è presente, in senso positivo o negativo, in tutti i pensatori che affrontano tali temi.
La prima considerazione riguarda proprio la contrapposizione tra Hegel e Schleiermacher che viene istituita da Gadamer in "Verità e metodo": la nascita dell'ermeneutica universale è legata alla presa di coscienza della distanza storica che coinvolge direttamente anche il nostro rapportarci con le opere d'arte (argomento della I parte di Verità e metodo).






Senza la coscienza della distanza storica non sarebbe possibile considerare l'ermeneutica come una questione universale, perché il problema di come interpretare nascerebbe soltanto in casi singoli. Di ciò sono coscienti sia Hegel che Schleiermacher.
La percezione della distanza storica vale per le opere d'arte in generale e quindi anche per quelle letterarie. Esse sono dunque collocate in un mondo che non è più il nostro: nasce pertanto il problema di come ristabilire un rapporto con un'opera del passato, di come superare la distanza. Schleiermacher è consapevole di ciò ed elabora un metodo che Gadamer chiama della "ricostruzione": ma se l'operazione ermeneutica è un tentativo di trasporsi nella situazione originaria, questa soluzione secondo Gadamer non è praticabile.
La soluzione opposta è quella di Hegel: anch'egli parla di una "frattura" tra il mondo passato e il nostro. Quello è irrimediabilmente perduto se si tenta di "ricostruirlo", ma non lo è se si tratta di prenderne atto.








Per Hegel il passato non esiste più e non possiamo fare nulla perché esso ritorni, né ci possiamo calare in esso. Quindi ci troviamo in una fase storica in cui non possiamo fare altro che "commemorare" le epoche passate, ne possiamo solo avere memoria (Erinnerung). Possiamo contrapporre alla "ricostruzione", proposta da Schleiermacher, l'"integrazione" hegeliana. Leggiamo cioè le opere del passato senza dimenticare quello che siamo diventati, evidenziando che vi sono stati passaggi spirituali essenziali, che è intervenuta una distanza diventata una frattura, la quale ha portato la "morte" di un mondo ormai perduto, che può "risuscitare" solo nello spirito.






Sia in Schleiermacher sia in Hegel si afferma la coscienza del carattere storico dell'interpretazione, il fatto che il pensiero è caratterizzato dalla storicità.
Ma questa parola è intesa in sensi diversi dai due autori: in Schleiermacher essa rimanda alla coscienza delle differenze individuali; in Hegel, invece, siamo storici perché siamo moderni e la differenza tra epoche si inserisce all'interno di una filosofia della storia ben definita (Per un approfondimento della questione concreto-ermeneutica all'interno della filosofia di Hegel nel suo rapporto con la dimensione logico-argomentativa cfr. M. Pagano, Hegel: la religione e l'ermeneutica del concetto).

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