Qual è la differenza fra le due edizioni?
La differenza è che la seconda edizione è molto più impegnata nel dare unità al sistema.
La conoscenza per Kant si articola su tre livelli: la sensibilità, l'intelletto e la ragione. Questi tre livelli rimarranno anche nella seconda edizione, però Kant sente il bisogno di trovare qualcosa che unisca questi livelli in modo più chiaro.
Nella prefazione della seconda edizione, la parola che più ricorre è esperienza ed è ciò che unisce i tre livelli. Questo significa che noi parliamo di quello di cui facciamo esperienza, quello di cui non possiamo fare esperienza è al di là.
Questa idea che il cammini sia unico e sia quello dell'esperienza, diventerà importante nel neokantismo e neocriticismo che cercherà di fare unità tra sensibilità, intelletto e ragione.
Se si guarda più attentamente alle differenze se ne trovano altre interessanti; per esempio i paralogismi della ragione cambiano, cioè la dialettica trascendentale e viene unita perché prima ci sono quattro paralogismi che diventano uno.
Tra le due edizioni si nota una differenza e ci sono autori che preferiscono la prima e altri la seconda.
Un altro aspetto interessante è che quando scrive la seconda edizione ha già in mente la critica della ragion pratica che uscirà l'anno successivo, nel 1788, quindi sa già che le tre idee della ragion pura - anima- mondo-dio, sono regolative ma non conoscitive perché non ci permettono di stabilire con sicurezza l'esistenza di dio, l'immortalità dell'anima e che il mondo sia finito o infinito (i problemi della dialettica trascendentale) ma davano unità, nella critica della ragion pratica avranno uno sviluppo perché:
- si stabilisce che occorre un Dio perché alla virtù corrisponda la felicità, per cui ci deve essere un Dio che farà quadrare alla fine i conti tra virtù e felicità
- si stabilisce l'immortalità dell'anima perché in questa vita non arriviamo mai alla santità, arriviamo sempre vicino, ci perfezioniamo ma non raggiungiamo mai la perfezione
- c'è l'affermazione della libertà a dispetto della necessità della natura.
Kant sa già dove arriverà perché nel frattempo ha già pubblicato "La fondazione della dottrina dei costumi". Se si prendono alcuni passaggi della seconda edizione si può notare che viene fatto riferimento alla critica della ragion pratica.
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