" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

Gadamer (parte 6)

lunedì 18 aprile 2011

| | |







B. Una nozione centrale nell'ermeneutica gadameriana è quella di "storia degli effetti" (Wirkungsgeschichte): ogni fenomeno giunge a noi attraverso catene di interpretazioni che ci determinano anche se non ne siamo coscienti. Il tema è dunque quello della storia universale, dell'orizzonte storico complessivo. Se Gadamer riprende su questo punto la prospettiva hegeliana della storia dello spirito, rifiuta però, come già si è visto, la possibilità di uscire dalla finitezza per accedere alla dimensione dello spirito assoluto.
La coscienza è storica sia perché è determinata dalla storia degli effetti, sia perché è consapevole di essere in un orizzonte storico proprio e differente rispetto al passato.








Mai avulso dalla storia, il procedere ermeneutico fa a sua volta storia poiché, collocandosi nel vivo di un processo di trasmissione storica, può ripensare fecondamente la distanza temporale come "storia degli effetti", che nutre e origina quella precomprensione da cui la comprensione muove, e contemporaneamente inserirvisi in  modo tale che il suo stesso operare si renda produttivo di nuova storia.
Ogni rapporto con il passato è quindi mediato dagli effetti della trasmissione storica, che agiscono positivamente e limitativamente sulla sua comprensione, come un elemento "sostanziale" che la coscienza stessa non domina.
La coscienza determinata storicamente è "più essere che coscienza": essere storico "significa non poter mai risolversi totalmente in autotrasparenza" (VM, 352).








La comprensione si rivela perciò come un accadere storico, nel quale assume un'importanza fondamentale il momento dell'applicatio, cioè della "riattualizzazione" del senso: di qui il carattere esemplare dell'etica aristotelica (come sapere non tecnico fondato sulla nozione di phronesis, saggezza pratica) e dell'ermeneutica giuridica (giudice) e teologica  (predicatore). L'applicatio non è un momento accidentale che possa eventualmente aggiungersi quando qualcosa è già stato compreso, cioè non è una mera concretizzazione del senso universale già inteso. Essa è una integrazione tra passato e presente (cfr. VM, 376, 395).

0 commenti:

Posta un commento

Forum filosofico

Mettiti alla prova con il quiz filosofico

Indovinate le opere dei filosofi!!

Indovinate che filosofi sono!

Costruite il simbolo della filosofia!

Puzzle filosofico

Puzzle di Nietzsche!

Il puzzle di Schopenhauer!

Puzzle di un dipinto filosofico!

Il puzzle di un aforisma