" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

Heidegger (parte 6)

domenica 17 aprile 2011

| | |





Se la comprensione trova nell'interpretazione un'articolazione, l'interpretazione trova nell'asserzione (Aussage) una restrizione (§33): è un tema che ha una venatura polemica in Heidegger, perché è riconducibile alla critica che egli muove alla metafisica della semplice-presenza. L'asserzione, che si mostra nel giudizio (Urteil), non va negata, ma ridimensionata. Egli ritorna all'inizio dell'ontologia antica dove l'asserzione, il logos, è considerato il luogo della verità. L'asserzione ha tre aspetti: manifestazione (apophansis, discorso apofantico), predicazione (determinazione del soggetto attraverso un predicato), comunicazione (manifestazione determinata dell'ente nell'ambito del con-essere, del Mitsein).











L' asserzione si radica nell'interpretazione: il punto fondamentale consiste nel fatto che l'asserzione restringe l'interpretazione alla considerazione della semplice-presenza. Se l'ente utilizzato è considerato nella sua valenza esistenziale di utilizzabile, l'asserzione lo isola dal contesto, il "con che" diventa "intorno-a-che".
Questa è la modalità con cui scienza e tecnica si rapportano al mondo, in quanto derivate dalla metafisica della presenza che, già nella sua origine platonica, oblìa la differenza ontologica a vantaggio dell'ente presente. Questo orientamento complessivo porta a una considerazione del linguaggio come costituito di parole come semplici-presenze, come cose.










Nel §34 (L'esserci e il discorso Rede: il linguaggio Sprache) Heidegger si confronta con la riflessione filosofica sul linguaggio cercando la sua radice esistenziale. Il discorso, luogo proprio del linguaggio, è cooriginario alla situazione emotiva e alla comprensione: esso articola la comprensibilità del mondo emotivamente situata ed è legato al con-essere e dunque alla comunicazione intesa in senso ontologico. Non vi è il privilegio di un'esperienza privata e interiore, ma già la stessa situazione emotiva è connessa all'essere-con-altri: non si pensa e si esperisce prima interiormente qualcosa che poi si comunica all'esterno. 
Il linguaggio nella sua portata ontologica (inteso cioè come "casa dell'essere") sarà però soprattutto tema della fase successiva della riflessione heideggeriana. Più avanti, a proposito del sentire legato all'ascoltare, Heidegger osserva che si sente sempre un complesso, mai un suono singolo: sentiamo ciò che abbiamo già sempre pre-compreso e ciò vale anche per il discorso per cui non sentiamo semplicemente il suono delle parole, ma siamo già anticipatamente insieme con l'altro presso l'ente su cui verte il discorso.

Anche il tacere, il silenzio, è legato al parlare. Il paragrafo si conclude con la definizione greca dell'uomo come zoon logon echon (animale che ha logos), che ha origine proprio dalla struttura discorsiva dell'esserci come ente capace dello scoprimento del mondo e di se stesso, mentre la successiva riduzione del discorso ad esserzione comporta il nascondimento dell'ampiezza di tale fenomeno.

0 commenti:

Posta un commento

Forum filosofico

Mettiti alla prova con il quiz filosofico

Indovinate le opere dei filosofi!!

Indovinate che filosofi sono!

Costruite il simbolo della filosofia!

Puzzle filosofico

Puzzle di Nietzsche!

Il puzzle di Schopenhauer!

Puzzle di un dipinto filosofico!

Il puzzle di un aforisma