Alla fine dell'età classica i Greci, che non hanno più il predominio sul loro territorio in quanto vengono dominati prima dai Macedoni e poi dai Romani, cercano di riattingere un legame con le proprie radici culturali le cui fonti non sono però più direttamente loro intelligibili: quei testi che parlano di dei e di uomini e sono la base della cultura greca sono sentiti come centrali, ma anche distanti. Si pone, così, il problema di capirli, di interpretarli.
Potremmo quindi dire che una riflessione più sistematica sull'interpretazione si ha a partire dell'età ellenistica, caratterizzata dall'esigenza di rendere nuovamente attuali i testi dell'epoca classica di cui si sentiva in qualche modo la distanza o l'estraneità, dal punto di vista linguistico e culturale. Questo compito di attualizzazione è sorretto da un'ampia fioritura di studi filologici e letterari, che vedono coinvolte soprattutto le scuole di Alessandria e di Pergamo.
In primo luogo, i filologi (grammatici) della Scuola di Alessandria, centro della cultura ellenistica, compiono un lavoro di interpretazione, cercando, ad esempio, di capire se tutti i testi attribuiti ad Omero siano effettivamente suoi. Ciò è reso difficile dal fatto che non si hanno testimonianze dirette. Ci sono, infatti, nelle opere attribuite ad Omero, alcuni passi che rimandano ad un'epoca precedente, anteriori all'VIII sec. a.C.
Per risolvere il problema questi eminenti grammatici analizzano anzitutto lo stile del testo e scoprono in questo modo che le parti iniziali e finali sia dell'Iliade sia dell'Odissea non sono dello stesso autore delle altre parti. Questo procedimento è tipico dell'ermeneutica: si parte dal particolare, si studia poi il rapporto con il generale e si torna quindi a dare un giudizio sul particolare.
Ad Alessandria ove si raccoglie il patrimonio letterario greco c'è, in altre parole, attenzione agli aspetti linguistici e filologici, che indirizzano il lavoro interpretativo verso l'analisi dei testi allo scopo di delucidarne il senso letterale. L'interpretazione è quasi intesa come traduzione della lingua arcaica.
Accanto alla Scuola di Alessandria si sviluppa anche la Scuola di Pergamo , nell'attuale Turchia, nella quale si inaugura il metodo dell'interpretazione allegorica (allegoria significa "dire altro", dire "una cosa in un'altra forma"). Le difficoltà di comprensione dei testi antichi (soprattutto dei poemi omerici), secondo questo diverso approccio, non sono solo di ordine linguistico ma anche di ordine semantico: il significato non risulta più infatti immediatamente trasparente ad un mondo ormai profondamente mutato per sensibilità e cultura.
Il metodo allegorico consiste così nel cercare significati nascosti sotto il significato letterale, allo scopo di rendere compatibili i racconti mitici e poetici con la nuova sensibilità etica, influenzata dal razionalismo stoico.
Nella Scuola di Pergamo così gli antichi testi greci sono letti come un'allegoria della struttura razionale del cosmo: i poemi sono l'illustrazione di qualcosa che conosciamo con la ragione e quindi sono un'allegoria.
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