" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

Maimonide: la teologia (parte 2)

sabato 23 aprile 2011

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In altri termini, Maimonide ammette a titolo di ipotesi provvisoria il principio della necessità dell'essere per poter procedere alla dimostrazione di certe verità fondamentali; salvo a discutere, in un secondo momento, il corollario fondamentale di quel principio, l'eternità del mondo.
Su questa base Maimonide procede a dimostrare l'esistenza di Dio e gli attributi fondamentali di lui, l'unità e l'incorporeità: e le sue dimostrazioni non fanno che ricalcare da vicino quelle  di Avicenna. Posto che qualcosa esista ( e che qualcosa esista bastano i sensi a dimostrarlo), esiste necessariamente un Essere necessario.
Giacché ciò che esiste, anche solo come possibile, è necessario rispetto alla sua causa; e questa causa è per l'appunto l'Essere necessario.









Maimonide non ritiene, con Averroé, che Dio conosca soltanto le cose universali e necessarie. Dio conosce tutte le cose, anche quelle particolari; ma le conosce con un unico e immutabile atto di scienza. La molteplicità delle cose conosciute non implica la molteplicità del sapere divino, che rimane unico perché non dipende dalle cose, che dipendono invece da esso. Stabilita l'esistenza di Dio, Maimonide si volge a considerare il problema del mondo.






Fichier:Firma de Maimónides.jpg
Firma di Maimonide











L'argomento più forte addotto da Avicenna in favore dell'eternità del mondo era questo: il mondo, prima di essere creato, era possibile; ma ogni possibilità implica un substrato materiale; dunque prima della creazione sussisteva la materia del mondo.
Ma nessuna materia esiste priva di forma; dunque prima della creazione sussistevano la materia e la forma del mondo, cioè il mondo stesso nella sua totalità. A questo argomento e a tutti gli altri della stessa specie, Maimonide oppone che è impossibile ragionare sulla condizione in cui si trovava, quando cominciava a nascere, una cosa che ora è compiuta e perfetta. Non si può risalire allo stato in atto di una cosa al suo stato potenziale, perciò tutti gli argomenti che si servono di questo procedimento sono viziosi e non hanno alcuna forza dimostrativa.
Se la tesi dell'eternità del mondo non si può dimostrare, la tesi opposta della creazione è almeno possibile; ma Maimonide ritiene che, più che possibile, è certa e ne dà ragione. Tale ragione è sostanzialmente il riconoscimento della libertà dell'atto creatore, libertà che rompe la necessità assoluta del mondo, da cui deriverebbe la sua eternità.








Fichier:Prière médicale.jpg

Fichier:Prière médicale








Attraverso la negazione della necessità dell'essere, Maimonide vuol giungere alla negazione dell'eternità del mondo; e alla negazione della necessità egli giunge riconoscendo in qualche punto del processo creativo una libertà di scelta da parte di Dio, una decisione contingente, cioè non rigorosamente determinata dall'esigenza di garantire l'ordine necessario del tutto.
In qualche modo, il mondo avrebbe potuto essere diverso da quello che è; se dunque è quello che è, ciò è dovuto a una scelta libera di Dio, che esclude la necessità assoluta, quindi l'eternità.
"Se al di sotto della sfera celeste vi è tanta disparità di cose, nonostante che la materia sia una, tu puoi dire che quella disparità è dovuta all'influenza delle sfere celesti e alle posizioni differenti che la materia assume di fronte ad esse, come ha insegnato Aristotele.
Ma la diversità che esiste tra le sfere stesse, chi ha potuto determinarla, se non Dio? Se qualcuno dicesse che essa è prodotta dagli intelletti separati, ciò non spiegherebbe nulla: gl'intelletti non sono corpi che possono avere una posizione rispetto alla sfera.










Perché il desiderio che attira ciascuna sfera verso la sua intelligenza separata dovrebbe portare una sfera verso occidente e l'altra verso oriente? Perché, inoltre, una sfera sarebbe più lenta e l'altra più rapida? L'unica risposta possibile a questa domanda è, secondo Maimonide, la contingenza del mondo. "Dio ha determinato come ha voluto la direzione e la rapidità del movimento di ciascuna sfera, ma noi ignoriamo il modo in cui, nella sua saggezza, egli ha effettuata la cosa". In tal modo, partito dall'ipotesi dell'eternità per risalire a Dio con una dimostrazione necessaria, Maimonide è giunto a negare l'ipotesi stessa e ad infirmare, sul terreno della filosofia, quella necessità del mondo che era il risultato fondamentale della speculazione araba.



Fonte: Storia della filosofia di Abbagnano








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