" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

Razionalismo e Illuminismo (parte 1)

lunedì 11 aprile 2011

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Ora facciamo un salto di circa un secolo, dal '500 al '600, per esaminare principalmente un testo di Spinoza (1632-1677), il Trattato teologico-politico del 1670 (pubblicato anonimo). In quest'opera Spinoza descrive il modo di rapportarsi alla Scrittura: durante la sua lettura si deve far ricorso soltanto alla ragione, in maniera analoga a quanto si fa quando si indaga la natura. Entrambe vanno conosciute per se stesse, ma nel caso della Scrittura, in particolare, occorre fare ricorso a una ricerca storica che troverà delle difficoltà per la forma in cui i testi si presentano in quanto espressioni di una certa mentalità, di un certo tempo, di un contesto che non è il nostro; si dovrà allora procedere con la ragione attraverso un itinerario che ci consenta di comprenderli il più possibile.
La prima cosa è conoscere la lingua, poi occorrerà raccogliere nel testo i punti principali, evitare di accostarsi alla Scrittura con dei presupposti esterni e poi fare attenzione anche a tutte le circostanze particolari: un procedimento interamente razionale.









Spinoza




Non potremo capire tutto, ma quello che è importante è il senso generale della Scrittura che appare chiaro: si tratta di un comandamento morale. Resta il fatto che l'indagine filosofica e la fede in ciò che dice la Scrittura rimangono due ambiti indipendenti e distinti che non devono interferire.
In questo senso Spinoza rompe con la tradizione cristiana che nel Cattolicesimo legava la Scrittura alla tradizione e nel Luteranesimo vedeva come centro della Scrittura il messaggio di fede.
Per quanto riguarda l'ermeneutica illuministica ricordiamo, in primo luogo, la figura del teologo tedesco Johann Martin Chladenius (1710-1759). Egli è influenzato da Leibniz e dalla sua prospettiva monadologica e quindi vede l'interpretazione come un fenomeno che si sviluppa a partire dall'individualità di ciascuno: ogni individuo è una monade, una singolarità, una concrezione singolare del mondo. La sua teoria del punto di vista non sottende però solo il relativismo prospettico, che infatti può essere limitato, poiché è possibile assumere, oltre alla propria visione, anche quella dell'autore, l'unica autenticamente vera.



Chladenius





In Chladenius sembra quindi sussistere una tensione fra una moderna teoria della prospettiva e della distanza storica e una teoria obbiettivistico-razionalistica della comprensione, in cui ciò che conta è ricostruire l'intenzione dell'autore. Egli parla si di un punto di vista singolare posseduto dal lettore, ma evidenzia illuministicamente la priorità della ragione universale, oggettiva, espressa nell'intenzione autorale.

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