" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

Reinhold

giovedì 7 aprile 2011

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Che cosa ha scritto?

"Lettere sulla filosofia di Kant" 1786-1788
"Saggio di una nuova teoria della facoltà rappresentativa" 1789

Chi era?

Un gesuita che abbandonò l'ordine e dall'Austria si recò in Germania e fu affascinato dalla filosofia di Kant. Aveva avuto una formazione tradizionale ma la filosofia di Kant per lui significò libertà cioè uscire dal dogmatismo.

Perché è molto importante il "Saggio di una nuova teoria della facoltà rappresentativa"?

Per il concetto di facoltà rappresentativa. Reinhold da alla parola rappresentazione un peso enorme e questo è il primo grande contributo che da alla cultura (non ci sarebbe stata l'opera di Schopenhauer intitolata "Il mondo come volontà e rappresentazione" se non ci fosse stato prima Reinhold a dare questa importanza alla parola rappresentazione).
Mentre Kant ha unito tutto tramite la parola esperienza, Reinhold unisce tutto tramite la parola rappresentazione perché sensibilità, intelletto e ragione ci rappresentano, la sensibilità ci rappresenta lo spazio e il tempo, l'intelletto ci rappresenta i fenomeni attraverso la causa e la ragione ci rappresenta il mondo.
Nella parte introduttiva dice di aver colto un concetto che può finalmente unire tutte le varie parti del sistema di Kant: la parola rappresentazione in quanto la rappresentazione è l'unione di soggetto e oggetto. Nella rappresentazione c'è un soggetto che si rappresenta e un oggetto che viene rappresentato, tutto è rappresentazione.




Quale concetto è importante per Reinhold?

Che prima di essere attivi siamo recettivi e quindi la sensibilità è quella che fa in modo che noi riceviamo, se siamo ricettivi significa che esiste qualcosa al di là di noi, le famose cose in sé, nel momento che noi le conosciamo non sono più cose in sé ma sono dentro di noi, cioè sono l'oggetto. Ecco allora che Reinhold stabilisce una netta differenza tra l'oggetto rappresentato e le cose.

Che rapporto sussiste tra gli oggetti che io mi rappresento e le cose? Per esempio tra il verde e l'erba?

Se avessi gli occhi diversi è chiaro che il verde sarebbe diverso, alcuni vedono i colori meglio rispetto ad altri.
C'è qualcosa nelle piante che corrisponde a questo mio vedere il verde....c'è qualcosa nelle cose che fa in modo che io le possa vedere verdi?
Reinhold asserisce che gli oggetti dentro di me rappresentano cioè stanno al posto delle cose, fungono da sostituti delle cose, non sono simili in quanto per asserire ciò dovrei uscire da me stesso, guardare le cose, guardare l'oggetto dentro di me e compararli ma non lo posso fare.
Io non posso proferire che le cose sono simili agli oggetti che io mi rappresento; posso solo dire che gli oggetti le sostituiscono.




Come parla di materia e di forma?


Questa terminologia già presente nella Critica della ragion pura, viene però ulteriormente lavorata da Reinhold il quale asserisce: la forma dipende dal soggetto, la materia dipende dalle cose. Però anche in questo caso non potrei cogliere la materia se non avesse una forma, non potrei mai conoscere la materia da sola senza la forma che gli ho già dato; ecco perché non posso conoscere le cose in se.
Tornando all'esempio del verde, qualcosa ci deve essere nell'erba per far in modo che io la veda verde ma questo qualcosa mi sfugge quindi io non potrò mai esaurire la ricchezza della natura.


Perché con Reinhold il problema della cosa in sé diventa molto importante?


Perché c'è un rapporto tra gli oggetti rappresentati e le cose ma è un rapporto oscuro nel senso che li rappresentano, li sostituiscono dando importanza alla rappresentazione finirà per dare sempre più importanza all'io che rappresenta, che finirà per non essere una pura funzione ma diventerà presto il soggetto che agisce.
Altri autori dell'epoca che saranno affascinati dalla filosofia di Kant passeranno attraverso la scuola di Reinhold.

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