" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

Introduzione:excursus di ermeneutica (parte 7)

mercoledì 4 maggio 2011

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L'ontologia ermeneutica: essere linguaggio e verità 


Il linguaggio non è uno strumento ma coincide con l'essere (l'essere che può venir compreso è linguaggio). Tutte le forme di vita sono linguaggio. Da ciò si ha l'equazione essere=linguaggio=interpretazione.
L'ermeneutica diventa una teoria dell'essere (ontologia).
L'ermeneutica non è solo una tecnica dell'interpretazione; con Gadamer l'ermeneutica diventa qualcosa di universale cioè una dottrina dell'essere, dell'uomo. L'essere dell'uomo finito è linguaggio quindi interpretazione.
Come viene interpretato il concetto di verità da Gadamer?
Contro il punto di vista soggettivo tipico della filosofia moderna da Cartesio in avanti; Gadamer ristabilisce il primato dell'essere e quindi interpreta la verità come appartenenza all'essere (la comprensione è un momento dell'essere stesso e non anzitutto un fatto del soggetto).







Per Gadamer è molto importante il concetto di arte e quello di gioco (cioè l'interpretazione, attività dell'interpretare assomiglia a un gioco) nel senso che il soggetto o il signore del gioco non sono mai i giocatori me è il gioco stesso ossia l'essere e il linguaggio medesimo. Nel gioco dell'interpretazione non siamo noi che giochiamo ma siamo giocati dal gioco perché questo gioco in realtà è l'essere e noi apparteniamo a questo. E' l'essere che è signore di noi.
Gadamer è anti soggetto centrico.
Gadamer è stato uno degli allievi di Heidegger e rispetto a questo ha cambiato una tesi fondamentale.
Per Heidegger tutta la storia della metafisica è una dimenticanza/oblio dell'essere a favore del predominio degli enti.
Per Heidegger, da Parmenide in poi, i filosofi hanno dimenticato l'essere e si sono dedicati agli enti. Gadamer non ha una visione così negativa della storia della metafisica, ha una visione più positiva, ottimistica della storia della metafisica.







Anche per Gadamer la verità non è mai un umanistico afferrare ma un ontologico appartenere a qualcosa (l'essere-linguaggio incarnato nelle varie comunità e tradizioni storiche) che ci possiede e ci supera. La verità è appartenenza all'essere, questo è incarnato nel linguaggio il quale si traduce in interpretazione e l'interpretazione è sempre quella di una comunità, sfera storica collettiva che ci comprende. Come non ci sono valori universali, così non c'è una verità universale la quale è legata all'interpretazione, al linguaggio che è sempre storico e finito. Si può giungere a una concezione etnocentrica della verità (critica fatta a Gadamer e all'ermeneutica).
La globalizzazione smentisce la tesi di Gadamer in quanto sta facendo nascere una verità che è dell'umanità e supera i confini delle singole civiltà.
Sembra che la globalizzazione sta portando l'umanità verso una civiltà unica.







Gadamer direbbe che in ogni caso il concetto di verità come appartenenza non cambia, solo che mentre prima la verità era l'appartenenza a un popolo tedesco/francese ora diventa appartenenza al popolo globale che è costituito dalla globalizzazione.
L'ermeneutica è quindi un processo infinito, è un gioco infinito, ovvero,inesauribile auto-rappresentazione o auto-manifestazione dell'essere nel linguaggio.

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