" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

L'ermeneutica di Skinner (parte 20)

martedì 10 maggio 2011

| | |








Il metodo di Skinner e la sua maniera di fare storia sono incentrati sulla documentazione linguistica. Noi letteralmente quando facciamo storia del pensiero, facciamo storia dei testi scritti cioè lavoriamo su documenti linguistici.
I grandi maestri di Skinner sono stati Wittgenstein, Austin e Searle. D'altra parte, Skinner, a differenza dei filosofi del linguaggio è uno storico. Lo storico aggiunge una dimensione in più allo studio del linguaggio ed è la "dimensione storica temporale" cioè si ritiene che il linguaggio ha un'evoluzione.
Mentre il filosofo analitico tende a considerare il linguaggio dal punto di vista logico (lo fissa nelle sue caratteristiche logiche che sono permanenti e non cambiano da un linguaggio all'altro se consideriamo il linguaggio occidentale tradizionale); lo storico, invece, si rende conto che il materiale sul quale lavora non ha una fissità logica ma ha una dinamica evolutiva e storica.
Questa dinamica evolutiva e storica è legata/correlata/connessa anche all'evoluzione sociale (cioè evoluzione della società).







Il linguaggio ha una duplice dimensione: storica e sociale le quali sono legate nel tempo e conoscono una loro specifica evoluzione.
C'è un mutamento del linguaggio e un mutamento della società.
Skinner in questo saggio solleva alcuni interrogativi:

1) di carattere generale riguarda il linguaggio stesso, cioè noi siamo abituati a considerare il significato della parole termine a termine (esempio: quando noi troviamo in una società, in un'epoca storica la parola arte/religione/politica, ci interroghiamo sul significato di quella parola in quell'epoca o società  "Che cos'era l'arte per gli egiziani?).
Ci rendiamo conto immediatamente che anche noi ad esempio abbiamo un'arte ma il significato della parola arte è cambiato.
Siamo naturalmente persuasi che il significato delle parole cambia nel tempo ma molte volte ci limitiamo a considerare il significato delle parole isolatamente.
Skinner invita a considerare che non solo cambia il significato della singola parola o del singolo concetto ma cambiano anche i rapporti tra questo significato e altri significati all'interno del discorso.








Skinner asserisce che noi dobbiamo considerare il linguaggio e il significato delle parole in una "prospettiva olistica" e a questo proposito critica Williams e il suo libro intitolato "Key Words" e dice che questo ha trascurato l'aspetto olistico del linguaggio. Il termine olistico viene dalla parola greca olos= tutto/intero.
Noi dobbiamo considerare il significato dei termini in una prospettiva olistica cioè non singolarmente ma nella globalità del linguaggio.
Skinner, successivamente, fornisce alcune raccomandazioni utili: sottolineatura degli usi del linguaggio il quale è essenzialmente uno strumento che corrisponde a determinati usi.
Il campo di riferimento è il campo di applicazione del termine conoscere.
Afferrare il significato e il riferimento della parola.








2) L'altro interrogativo sollevato in questo capitolo è il rapporto tra mutamento linguistico e sociale cioè quale sia la causa e l'effetto.
Ci sono delle teorie le quali ritengono che la causa del mutamento linguistico è il mutamento sociale e che fondamentalmente i mutamenti del linguaggio sono determinati dai mutamenti della società.
Basta studiare la storia della società per capire perché e come il linguaggio è cambiato. La tesi di Skinner è che questa spiegazione è troppo univoca e semplicistica cioè troppo pluridirezionale.
Secondo Skinner, in realtà i processi non sono unidirezionali ma bidirezionali cioè la causalità è reciproca; cioè molte volte gli uomini sono costretti a cambiare il linguaggio per rendersi accettabili alla società nella quale vivono.
Non è solo la società che cambia il linguaggio ma è anche un cambiamento del linguaggio che finisce per cambiare la società.

Esempio di Skinner: evoluzione tipica che è legata sia nel linguaggio sia nella società alla nascita di figure moderne come quella del mercante e del banchiere cioè figure borghesi per eccellenza che nascono in Italia fra il 300 e 400 e poi in Europa tra il 400 e il 500.
Nell'Europa del Medioevo sul banchiere gravava una pesante condanna morale in quanto il far pagare un interesse sul capitale era una forma di usura; quindi il banchiere era essenzialmente un usuraio.
Sul mercante non gravava questa condanna in quanto comprava merci e vendeva.
L'etica del mercante è basata sul calcolo, sull'economia, sul risparmio ed è tenuto a comportarsi secondo dei principi di stretta e rigida economia.
Nell'Europa dell'ancient regime la figura sociale più elevata è il nobile che non vive secondo i principi dell'economia infatti spende di più di ciò che guadagna. Il nobile considera l'economia un'avarizia/una meschinità, invece, lo spendere e spandere è considerato come un segno di generosità e di potenza.





La figura del banchiere e del mercante sono importanti e emergenti nella storia, hanno un'enorme difficoltà a farsi accettare dai valori dominanti della società del loro tempo; hanno bisogno di esprimere un discorso cioè un linguaggio che descriva la loro attività non come vizi o peccati ma come qualità positive.
Esaminando l'ascesa di queste due figure chiave, vediamo che il loro linguaggio è influenzato dalla società, cioè su di loro grava la condanna religiosa o morale/sociologica della società del loro tempo ma al tempo stesso producono un linguaggio di giustificazione delle loro attività che poco alla volta trasforma la società del loro tempo.
Alla fine del 700 sono figure pienamente accettate e le commedie del Goldoni sono diventate una satira della nobiltà (l'autore è più dalla parte del mercante che non quella del nobile).
Il linguaggio prodotto dal mercante per secoli ha finito per rovesciare i valori, portatore di una morale plebea, ristretta e disprezzante e il nobile era invece di grande animo.
Quello che era un valore è diventato un disvalore; quello che era un vizio è diventato un valore.





C'è un'interazione reciproca tra pratiche sociali e lessico. Non sono solo le pratiche che creano il lessico ma è anche il lessico che rende accettabili e quindi rafforza, consolida le pratiche sociali.
Il metodo praticato da Skinner è diventato una vera e propria scuola storiografica!

0 commenti:

Posta un commento

Forum filosofico

Mettiti alla prova con il quiz filosofico

Indovinate le opere dei filosofi!!

Indovinate che filosofi sono!

Costruite il simbolo della filosofia!

Puzzle filosofico

Puzzle di Nietzsche!

Il puzzle di Schopenhauer!

Puzzle di un dipinto filosofico!

Il puzzle di un aforisma