All'interno della galleria degli antenati nei dialoghi platonici, c'è un personaggio importante: Parmenide.
Questo appare in due dialoghi della vecchiaia: "Parmenide" e nel "Sofista".
Grazie a Sesto Empirico e a Simplicio oggi possediamo ampi stralci dell'opera intitolata "Sulla natura".
A Parmenide interessa trovare un discorso che non può essere contraddetto a proposito della realtà.
Parmenide fu attivo in Elea, colonia greca situata sul versante tirrenico della Magna Grecia. Nacque da una famiglia aristocratica. Rimangono i dubbi a proposito di un soggiorno intorno al 450 a.C. in compagnia del suo discepolo Zenone ad Atene dove avrebbe incontrato Socrate.
Sulla natura:
Il protagonista di questo libro è Parmenide stesso, il quale racconta in prima persona un viaggio da lui compiuto verso la verità sotto la guida di una divinità.
Egli si trovava su un carro trascinato da cavalle.
Il viaggio rappresenta il passaggio da una situazione di tenebra (ignoranza) a una chiara (Sapienza).
Questo viaggio conduce Parmenide a valicare la porta che separa il dominio delle tenebre da quello della luce dove può accogliere l'insegnamento della dea.
Il discorso della dea contiene un messaggio su ciò che può e deve essere pensato e detto.
Su questa base, la dea individua la via di ricerca che Parmenide dovrà percorrere e, accanto a questa, sia la via impossibile da percorrere, sia quella percorsa di fatto dagli uomini.
Il punto di partenza della via di ricerca è il dominio di ciò che può essere propriamente detto e pensato in opposizione a ciò che non può esserlo.
Il passaggio dall'ignoranza alla sapienza è regolamentato dalla Dike (giustizia).
Nella prima parte di questo testo viene enunciata la dottrina della verità (aletia);mentre nella seconda la dea dice quali opinioni hanno probabilità di essere vere (doxa).
Questa distinzione sarà ripresa da Platone il quale asserirà che le cose sensibili hanno determinate proprietà ma non sono sempre le stesse; le idee si.
La dea annuncia a Parmenide quali sono le vie della ricerca, quale di esse può essere percorsa e quale no.
- Prima via: quella che dice che è , è percorribile e tiene dentro la verità (sentiero della persuasione)
- Seconda via: quella che dice che non è (non si può percorrere) e presuppone che si possa pensare e dire ciò che non è
- Terza via: quella per cui essere e non essere sono ritenuti identici e non identici (è quella percorsa dai mortali), è ingannevole e parlando di nascita e distruzione delle cose mescola "é" e "non è".
Il non essere non è, è una via che non può essere indagata in quanto il non essere non lo si può pensare ed esprimere.
Solo ciò che è può essere detto e pensato!
Dunque esiste una connessione tra essere -> pensiero -> linguaggio! Solo con la ragione si giunge alla verità.
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