" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

Un handicap: essere donna (parte 1)

mercoledì 11 maggio 2011

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Eva ha un'intima propensione alla filosofia? 
Argomento spinoso! Le donne sono incompetenti in filosofia?
Sono incapaci di metafisica come sono inabili al rugby; come gli uomini, i maschi, sono poco portati per il ricamo e naturalmente inabili a partorire?
Questo genere di discussioni suscita facilmente animosità.
Si può essere filosofo e donna al tempo stesso?
Le barriere sono naturali o culturali?



In generale, per un filosofo l'idea di una filosofa è un puro scherzo. Talete "diceva (...) che per tre motivi era riconoscente alla sorte: primo, per essere uomo e non bestia, secondo, uomo e non donna, terzo, greco e non barbaro". In altre parole, il sesso femminile è un ostacolo alla filosofia al pari dell'animalità e della bestia.
Quando Platone suppone che Socrate abbia avuto un professore donna, Aspasia di Mileto, scherza, si diverte.








Nel De generatione animalium Aristotele sostiene, con argomentazioni pseudofisiologiche, che "la donna è un maschio abortito". I filosofi hanno quasi sempre un'idea così insultante della donna da non riuscire nemmeno a immaginare una filosofa. Niente papa donna, niente filosofo donna. Più tardi i filosofi maschi, più furbi degli altri maschi, e a contatto con studentesse sveglie o badesse sagaci, devono ammettere che le donne pensano. Allora vietano loro la filosofia. La donna ha la possibilità, ma non ottiene l'autorizzazione. Il filosofo maschio è disposto ad ammettere che la donna pensi, ma rifiuta che filosofi. Le riconosce la capacità senza concedergliene l'uso.
Si può immaginare un pasticcio peggiore, per una questione di privilegio metafisico?

Nel XIV secolo il domenicano Taulero impone alle sue religiose: "Dovete limitarvi a parlare di Dio e della vita virtuosa, e non disputare della divinità".
Alle donne i discorsi moralistici, agli uomini le sublimità teologiche.
Taine:"Dare a una donna ragionamento, idee, intelletto significa mettere un coltello in mano a un bambino".
Solo Vives e H.C Agrippa di Nettesheim ammirano le donne erudite, e comunque con qualche restrizione: Vives sconsiglia loro le scienze e la matematica.


Fonte: Filosofi: vita intima di P.R

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