" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

Un handicap: essere donna (parte 6)

lunedì 16 maggio 2011

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Anne Souriau fa dell'estetica come suo padre. Si potrebbero benissimo immaginare un marito conservatore e una moglie rivoluzionaria, un padre metafisico e una figlia epistemologa. Ma no, non è così. Siamo nel caso dell'erede. Tra gli uomini non si riscontra una simile ripetizione. Per esempio, John Stuart Mill, figlio del filosofo James Mill, è discepolo sia di Bentham sia di suo padre, ma ben presto modifica l'utilitarismo del padre (che è quello di Bentham), aggiunge al principio della quantità della felicità quello della qualità, dell'interiorità, del senso di fraternità. William James, figlio di un filosofo swedenborghiano, è invece un pragmatista. Non si è mai visto che Simone de Beauvoir contestasse Sartre, che Teano creasse un'eresia rispetto a suo marito Pitagora.






A un primo approccio, come viene la voglia filosofica alle donne?


La risposta più frequente rimane: grazie alla famiglia, a una famiglia filosofica ! Quelle donne hanno fatto opera filosofica, ma indirettamente, sussidiariamente, come controfigure. Non bisogna generalizzare troppo. I filosofi, maschi o femmine, sono avviati alla filosofia da qualcuno che è vicino a loro, e che è un eminente filosofo. Ma c'è una differenza.
I filosofi maschi sono spinti da un maestro (Platone da Socrate, Aristotele da Platone, Tommaso d'Aquino da Alberto Magno, Hegel da Schelling, Husserl da Brentano, Heidegger da Husserl, Wittgenstein da Russell).
I filosofi femmine da un parente, da un maschio della famiglia: Teano dal marito, Ipparchia dal fratello, Ipazia dal padre, Simone de Beauvoir dal compagno, Suzanne Bachelard dal padre. Hanno bisogno di un mediatore familiare.
Università per gli uomini, famiglia per le donne; spesso, non sempre. Non è il caso di farne una legge; giusto una tendenza.
Ma la risposta non è completa.







Ci sono le eccezioni. Hannah Arendt è stata allieva di Husserl, poi di Heidegger, poi di Bultmann, infine di Jaspers, ma si è fatta da sé. Analogamente, Simone Weil è rimasta colpita da Le Senne, da Alain, eppure ha seguito il proprio orientamento.
Che cosa fa sì che una filosofa rimanga donna? Bisogna paragonare opere della stessa epoca e dedicate a uno stesso argomento. Per esempio, perché non paragonare due storie della filosofia, quella di una donna (Jeanne Hersch, Storia della filosofia come stupore, 1981) e quella di un uomo, che fu suo professore (Karl Jaspers, I grandi filosofi, 1957-1981)?
La donna va direttamente al fatto, non vuole atteggiarsi a specialista o campionessa usando termini tecnici. In confronto Jaspers, che pure è il più accessibile degli storici, sembra pretenzioso, manipolatorio.


Fonte: Filosofi: vita intima di P.R.

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