Nacque a Leontini o Lentini vicino a Siracusa, in Sicilia verso il 480 a.C.
Viaggiò per le città della Grecia, riscuotendo grande successo con il suo insegnamento.
Fu inviato più volte in ambasceria presso altre città. Così avvenne nel 427 a.C. quando i suoi concittadini lo inviarono a chiedere aiuti ad Atene contro Siracusa con la quale era in guerra.
Morì verso il 380 a.C. in tardissima età.
Oggi noi possediamo due suoi scritti nella loro integralità: "Encomio di Elena" e "Difesa di Palamenide".
Scrisse anche: "Discorso olimpico","Epitafio", "Del non essere o della natura".
"Del non essere o della natura": il titolo capovolge intenzionalmente quello dell'opera dell'eleate Melisso di Samo. In questo espone tre tesi:
- l'essere non è
- anche se fosse non sarebbe conoscibile
- se anche fosse conoscibile tale conoscenza non sarebbe comunicabile
Dimostra, come Parmenide, che non esiste il non essere ma completa il ragionamento dimostrando che non esiste nemmeno l'essere.
Non si può comunicare con il linguaggio ciò che è.
Nell'Encomio di Elena è presenta le tesi secondo la quale tra parole e cose non esiste nessun collegamento, la parola incide sulle emozioni dell'anima umana e suoi comportamenti. Persuade!
La retorica è la tecnica che consiste nell'utilizzare il linguaggio in modo da convincere i propri interlocutori, non solo, a credere in determinate cose ma ad agire in determinati modi.
La persuasione è indipendente dal valore di verità di ciò che viene detto.
La potenza della parola è equiparata da Gorgia alla potenza dei farmaci e degli incantamenti magici.
Per esempio, se si vuole convincere un malato ad assumere una medicina sgradevole, il retore si dimostra superiore al medico, sovente incapace di ottenere tale risultato (questo può essere ottenuto rendendosi conto della particolare condizione psicologica nella quale si trovano i propri ascoltatori e valutare il momento opportuno kairòs per parlare di determinate cose).
Gorgia all'interno del suo libro, vuole difendere Elena dall'accusa di aver provocato la guerra di Troia.
Partendo da una disgiunzione esaustiva (o...o...0), individua tutti i motivi o le cause possibili che potrebbero aver indotto Elena ad abbandonare Menelao per Paride.
Mostra che per ciascuno di questi motivi possibili Elena non può essere considerata colpevole: le cause elencate sono o l'influenza di forze superiori alla condizione umana, o la violenza fisica (rapita con forza, la colpa in questo caso è del rapitore Paride), oppure il discorso, oppure l'amore (il quale è considerato una sorta di Dio).
La parola è un grande dominatore che con un corpo invisibilissimo compie cose divinissime: calma il dolore, la paura, suscita la gioia, aumenta la pietà, agisce sulle emozioni ecc...
Non ha su tutti gli uomini gli stessi effetti. Avvelena, ammalia l'anima.
Se gli uomini avessero consapevolezza del presente; ricordi del passato, e fossero in grado di prevedere il futuro; la parola del retore non avrebbe lo stesso effetto.
Gorgia mette sullo stesso piano la persuasione della parola e la violenza fisica.
E' Paride il colpevole della guerra di Troia in quanto ha persuaso Elena con la parola.
Tra parola e anima esiste lo stesso rapporto tra medicina e corpo (analoghia).
Per nessuna delle quattro alternative Elena è colpevole e quindi deve essere liberata.
Gorgia era pienamente convinto che la parola avesse questo potere.
Aristotele, disse che Gorgia aveva un fratello medico e lo accompagnava dai pazienti.
Quando suo fratello non riusciva a persuadere il malato con le parole, interveniva Gorgia e persuadeva il malato con un discorso.
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