" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

Protagora (parte 2)

domenica 5 giugno 2011

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Nella difficoltà arrivò Prometeo per esaminare la distribuzione e vide che gli animali erano forniti di ogni cosa in giusta proporzione, mentre l'uomo era nudo, scalzo, inerme e senza coperte. 
Prometeo allora rubò l'abilità tecnica di Efesto e di Atena insieme al fuoco e ne fece dono all'uomo.
Così l'uomo ottenne la sapienza per la vita ma non la sapienza politica. Questa si trovava presso Zeus e Prometeo non potava penetrare nell'acropoli e così entrò nell'officina di Atena ed Efesto e rubò la tecnica di usare il fuoco.








L'uomo fu l'unico a credere negli dei e inventò abitazioni. In principio gli uomini vivevano dispersi, non esistevano città e venivano uccisi dalle fiere.
La tecnica artigianale bastava per aiutare gli uomini a procacciarsi, ma, era insufficiente nella lotta contro le fiere in quanto essi non possedevano ancora la tecnica politica di cui è parte la tecnica di guerra.
Cercavano di riunirsi e salvarsi fondando città ma commettevano ingiustizie reciproche in quanto non possedevano la tecnica politica.
Zeus, preoccupato per l'estinzione della nostra specie, chiamò Ermes e gli disse di portare la giustizia e il rispetto agli uomini e doveva distribuirle a tutti.
Non esisterebbero città se come avviene per le altre tecniche soltanto pochi ne partecipassero.
Chi non porta giustizia e rispetto deve essere ucciso.
Per questo motivo, quando si discute sulla virtù costruttrice o su qualche altra tecnica artigianale, gli Ateniesi credono che sia compito di pochi dare consigli.
Quando invece si riuniscono a consiglio sulla virtù politica che deve procedere per rispetto e giustizia, è naturale che ammettano a parlare chiunque, poiché è proprio di ognuno partecipare di questa virtù; altrimenti non esisterebbero città.






La città per Protagora è un complesso apparato educativo il quale mira a garantire la conservazione della città stessa mediante la trasmissione dei valori che ne sono alla base.
Riconosce un'inferiorità dell'uomo rispetto alle specie animali per quanto riguarda le sue doti naturali ma ravvisa nelle tecniche lo strumento che ha consentito di capovolgere questa situazione svantaggiosa di partenza.
Al di sopra delle varie tecniche agricole e artigianali egli colloca la tecnica politica (ossia l'insieme di rispetto e giustizia che la città provvede a trasmettere prima con l'insegnamento e poi con le leggi a tutti i suoi membri) la quale è prerogativa di tutti i membri di una comunità.


Lo strumento fondamentale del sofista è il linguaggio. Esso può essere persuasivo facendo appello alle esperienze personali dei singoli e contrapponendo non vero a falso, bensì utile a dannoso sia per il singolo sia per la comunità.
Sul piano dei valori è la comunità che decide se una cosa è utile o dannosa.
Il sofista insegna a usare il linguaggio in modo utile nei confronti della città, per esempio nell'assumere decisioni collettive.

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