" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

La "Repubblica" di Platone (libro 1 parte 2)

lunedì 20 giugno 2011

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Come si arriva al tema in questione?



Il tema della "Repubblica" è la definizione di che cosa consiste la giustizia.
Cefalo ha appena finito di fare un sacrificio e Socrate si rivolge a lui. Inizia a parlare degli acciacchi della vecchiaia, alcuni di questi sono tuttavia alleviati dal fatto che egli ha potuto accumulare una certa ricchezza e che questa, in un certo senso, permette anche di stare tranquilli rispetto alla prospettiva della vita futura.
Cefalo dice che è ben consapevole che arrivati alla fine della vita si è poi destinati a subire un giudizio o di condanna o di premio per la vita dell'al di là; se però noi in questa vita ci comportiamo in modo corretto/giusto abbiamo buone probabilità di non dover temere il giudizio futuro.
Come siamo agevolati a comportarci bene?
Dal fatto anche di poter disporre delle ricchezze, è più facile per chi dispone delle ricchezze di comportarsi in modo giusto che non invece per chi non dispone di queste ricchezze.
Si arriva così al tema della giustizia.



Giustizia











Il fatto di aver portato il discorso sulla possibilità, che chi dispone di ricchezze ha maggiori possibilità di comportarsi bene/giustamente, induce il personaggio di Socrate a porre la sua solita domanda: "La giustizia la definiremmo così come tu ci proponi?"(cioè di essere veritieri/dire sempre la verità e restituire ciò che si è ricevuto da qualcuno). Oppure il dire la verità e restituire lo si può fare giustamente o ingiustamente e allora la giustizia non consisterà più soltanto in questa definizione; infatti, Socrate qui assume che asserire sempre la verità e restituire ciò che si è ricevuto da qualcuno sia la definizione che Cefalo dà della giustizia.






Giustizia








Questa definizione è accettabile oppure ha in sé i germi della sua distruzione nel senso che alcune volte sia possibile fare giustamente queste cose che hai detto, cioè essere veritieri e restituire e altre colte sia possibile invece farlo ingiustamente e in questo caso non sarebbe questa la definizione di giustizia? (esempio: uno quando era in se stesso mi ha consegnato delle armi, poi diventa pazzo e mi richiede le armi. Se giustizia = dire la verità e restituire ciò che si è ricevuto, io per essere giusto dovrei restituire le armi che mi ha dato; invece in questo caso è meglio non restituire ciò che si è ricevuto e non dire a un pazzo che egli è effettivamente un pazzo).
Una definizione data in questi termini si auto confuta!
Cefalo riconosce che questa definizione possibile che si poteva trarre da tutto il suo discorso non è valida.
Nel discorso subentra a questo punto il figlio di Cefalo: Polemarco il quale asserisce che questa definizione va bene!

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