Nacque ad Abdera, città della Tracia verso il 480 a.C.
Non possediamo più opere scritte da questo filosofo. Si parla di lui in due dialoghi platonici: il Teeteto e il Protagora.
Protagora è sostenitore di tale tesi:
L'uomo è inteso come individuo singolo.
In primo luogo ciascuno è misura di ciò che egli percepisce con i sensi. Se un individuo è sano, percepisce il miele come dolce, mentre se è malato lo percepisce come amaro.
Non esiste una differenza in termini di vero o falso per quanto riguarda le percezioni: per ognuno sono vere le percezioni che ha delle cose.
L'esperienza personale di ciascun individuo è più ampia delle singole sensazioni, bensì l'intera vita dell'individuo.
Sul piano della collettività l'uomo è misura delle regole della comunità.
I primi relativisti sono stati i sofisti.
Una verità oggettiva valida per tutti non esiste. La conoscenza ha il suo fondamento nell'esperienza.
Non tutte le opinioni individuali si equivalgono in quanto alcune sono utili e altre no.
Il criterio di verità si trasforma nel criterio di utilità sociale: è vero solo quello che nella dialettica delle opinioni, nella società cittadina è affermato come tale.
Protagora vuole insegnare cose che sono più utili e cose che sono meno utili.
In altri termini, si può asserire che la verità non esiste di per sé, ma dipende da chi la stabilisce, è relativa all'individuo, alla società, ai tempi e alla storia.
Migliore è ciò che è più utile in certi contesti.
Nel libro intitolato "Protagora", Platone immagina un incontro tra Socrate e Protagora avvenuto ad Atene nella casa del ricco Callia.
Protagora dichiara di saper insegnare l'accortezza nel condurre le faccende politiche. Socrate pone allora la questione del perché gli Ateniesi consentano a tutti di esporre nell'assemblea il loro parere e formulare consigli quando si tratta di questioni di loro interesse politico generale, mentre quando si tratta di questioni tecniche, come ad esempio la costruzione di edifici o navi, permettono che a parlare siano soltanto i competenti.
Un tempo esistevano gli dei, ma non ancora razze mortali. Gli dei plasmarono i vari esseri viventi sotto terra; prima di venire alla luce dovevano essere equipaggiati.
Prometeo è incaricato di distribuire le doti, e le distribuì agli animali in modo che nessuna di queste specie poteva prevalere sulle altre.
Non si accorse di aver consumato possibilità in favore degli animali senza ragione: il genere umano rimaneva privo di ordine.
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