" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

Socrate (le fonti)

venerdì 10 giugno 2011

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Socrate non scrisse nulla, parlava nella piazza, nei gimnasi, in pubblico; al contrario dei sofisti i quali svolgevano il loro insegnamento in qualche luogo appartato.
Grazie a Diogene Laerzio possediamo dei frammenti dell'accusa.
In generale si può asserire che sono tre le fonti:
  • Aristofane (Nuvole)
  • Platone
  • Senofonte
Platone e Senofonte scrivono dialoghi socratici, forniscono due immagini diverse di Socrate rispetto a quello di Aristofane.
Nel 423 a.C., furono messe in scena davanti al pubblico ateniese due commedie: le "Nuvole" di Aristofane e il "Konnos" di Amipsia (in entrambe Socrate aveva un ruolo centrale).
Un altro commediografo di nome Eupoli negli "Adulatori" avrebbe riproposto Socrate sulla scena. L'unico testo che ci è giunto di questa produzione è una seconda stesura delle Nuvole di Aristofane.








Aristofane nelle "Nuvole" come presenta Socrate?


Socrate è dipinto con tratti che risultano propri sia dei tradizionali indagatori dei fenomeni naturali, sia dei sofisti e dei retori, maestri nell'uso persuasivo del linguaggio.
E' presentato al centro di una scuola denominata " il pensatoio" nella quale sono svolte indagini fisiche, geometriche, astronomiche e geografiche.
Partendo da esse, egli giungeva alla conclusione secondo Aristofane che le vecchie divinità non esistono e sono invece sostituite da nuove divinità: le nuvole, il vortice.
Socrate in questa prospettiva insegnava anche a discutere tesi contrarie tra loro in modo tale da far prevalere quella che in prima istanza può apparire più debole contro quella che appare più forte.
Proprio i due elementi caratterizzanti del Socrate delle Nuvole (annullamento delle credenze religiose della città e corruzione dei giovani) diventeranno nel 399 i due capisaldi sui quali è costruita l'accusa.


Strepsiade avendo saputo che Socrate insegnava a far trionfare il discorso più debole su quello più forte, mandò Filippide, che era un po tardo ad imparare, a lezione da Socrate. Filippide riuscì a convincere il padre che è giusto che i figli bastonino i genitori. Si insegnavano tesi immorali.


Platone dovrà far vedere che Socrate (incarnerà la figura del filosofo) non ha questi tratti e che la città che l'ha condannato a morte ha sbagliato.
Sia Platone e Senofonte attribuiscono a Socrate un certo metodo di indagine.
Per Platone scrivere di Socrate significa comprendere e sviluppare quello che egli considera il nucleo fondamentale dell'insegnamento del maestro. Su questa via tenta di approfondire che cosa significa essere filosofi.
Per Senofonte scrivere di Socrate significa ripresentare un modello di vita facilmente accettabile anche da parte dei ben pensanti. Si tratta, in generale, di fare di Socrate una figura esemplare.



Senofonte




Senofonte come presenta Socrate?



Presenta Socrate come un cittadino ligio alla tradizione, il vero interprete dei valori correnti, il saggio che mira al bene dei suoi concittadini ed è ossequioso verso la città e le sue divinità.
Presenta il comportamento di Socrate come guidato dall'azione di un demone. Anche Platone accenna al demone di Socrate: più che un'entità, esso è un evento che si presenta a Socrate come una voce interna. Ma la sua funzione per Platone, è solo inibitoria: esso trattiene Socrate dal compiere determinate azioni.
Per Senofonte esso è un'entità che lo spinge ad agire in determinati modi (funzione propositiva).
Socrate pone al centro della propria riflessione non l'indagine sul mondo naturale, ma l'interrogazione sui valori che guidano la condotta umana.
La sua indagine consiste sia per Senofonte e per Platone, in una discussione con persone in carne e ossa. Gli interlocutori di Socrate sono cittadini o stranieri di passaggio, intellettuali come i sofisti o generali e giovani di buona famiglia.
Contrariamente alla rappresentazione di Aristofane; Socrate non è rappresentato a capo di una scuola in senso istituzionale, con allievi paganti, lezioni regolari e un insegnamento enciclopedico alla maniera dei sofisti.
Socrate con i suoi interlocutori mette in opera una tecnica di indagine: la dialettica come metodo delle domande e risposte.

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