427 Platone nasce ad Atene. Diogene Laerzio ci riferisce che Apollodoro indicava come data di nascita l'ottantottesima Olimpiade (428-425), nel mese di Targelione, corrispondente al nostro maggio-giugno, nel giorno in cui gli abitanti dell'isola di Delo dicevano essere nato Apollo. "Platone" non e' il nome che gli era stato imposto dai genitori, ma un soprannome. In Diogene Laerzio sono riportate tre differenti interpretazioni del nomignolo: secondo alcuni, era stato il maestro di ginnastica a chiamarlo cosi' per l'ampiezza della sua corporatura (in greco platos significa appunto estensione e ampiezza), secondo altri aveva avuto questo nomignolo per l'estensione e l'ampiezza della sua fronte; secondo altri ancora, invece, per l'estensione del suo stile. La prima indicazione e' la piu' probabile. Il suo vero nome era Aristocle, nome del nonno paterno. Il padre di Platone, Aristone, discendeva da una famiglia che vantava tra i suoi antenati il re Codro. Anche la madre Perictione apparteneva a una nobile e potente famiglia, di cui Diogene Laerzio scrive quanto segue: "Platone era figlio di Aristone e Perictione (...), che faceva risalire la sua ascendenza a Solone. Dropide era fratello di Solone ed era padre di Crizia, del quale era figlio Callescro. Di Callescro furono figli Crizia, che fu uno dei Trenta [scil. tiranni] e Glaucone. Glaucone fu padre di Carmide e Perictione. Da Perictione e da Aristone nacque Platone". Da Perictione e da Aristone nacquero anche Adimanto e Glaucone (Platone stimo' e onoro' questi suoi fratelli, introducendoli come interlocutori nella Repubblica), e una figlia di nome Potone, da cui nacque Speusippo, che sara' successore di Platone nella direzione dell'Accademia.
408-407 A vent'anni Platone divenne discepolo di Socrate. Prima di diventare discepolo di Socrate, Platone si dedico' ad attivita' poetiche e frequento' l'eracliteo Cratilo. Diogene Laerzio ci riferisce alcune notizie, che, per quanto possano essere inquinate, contengono senza dubbio elementi di verita': "C'e' pure chi dice, come Dicearco nel primo libro Delle vite, che egli abbia partecipato alle gare di lotta all'Istmo, e che abbia studiato pittura e scritto poesie, prima ditirambi, poi anche canti lirici e tragedie. (...) Si narra che Socrate abbia sognato di avere sulle ginocchia un piccolo cigno che subito mise ali e volo' via e dolcemente canto', e che il giorno dopo, presentandosi a lui Platone come alunno, abbia detto che il piccolo uccello era appunto lui. Studiava filosofia all'inizio (...), seguendo le teorie eraclitee. Poi mentre si accingeva a partecipare con una tragedia all'agone, udita la voce di Socrate, dinanzi al teatro di Dioniso, brucio' l'opera esclamando: "Efesto, avanza cosi': Platone ha bisogno di te". Da allora, dicono - e aveva vent'anni -, fu discepolo di Socrate fino alla sua morte". Sui rapporti di Platone con l'eracliteo Cratilo si veda anche quanto dice Aristotele in Metafisica, libro primo, capitolo sesto. Gli anni passati accanto a Socrate furono decisivi per Platone, a tutti gli effetti, non solo per il suo pensiero, ma anche per le sue scelte esistenziali.
404 Si conclude la guerra del Peloponneso e si impone la supremazia di Sparta; ad Atene assumono il governo gli oligarchici con i cosiddetti "Trenta tiranni", fra cui elemento di spicco era proprio Crizia, zio di Platone, che lo invito' a partecipare al governo, da cui, peraltro, questi presto si ritrasse deluso.
403 In seguito alla rivolta dei democratici, Crizia muore nella battaglia di Munichia, e cade il governo dei Trenta tiranni.
399 Socrate viene condannato a morte. Della condanna furono in larga misura responsabili i democratici, che dal 401 avevano saldamente ripreso il potere. E questo convinse Platone che per il momento era bene tenersi lontano dalla vita politica militante. Probabilmente, subito dopo la condanna di Socrate, Platone si reca a Megara, con alcuni Socratici (forse per evitare possibili persecuzioni, che potevano venirgli inflitte per aver fatto parte del circolo dei Socratici). Ma a Megara, probabilmente, si ferma solo per poco tempo.
388 Platone si reca in Italia meridionale, spinto dal desiderio di conoscere le comunita' dei Pitagorici. Dalla Lettera VII (388 C) sappiamo che conobbe Archita. Durante questo viaggio si reca a Siracusa presso il tiranno Dionigi I, che probabilmente egli sperava di convertire al suo ideale di re-filosofo e agli ideali espressi nel Gorgia (scritto subito prima o subito dopo questo viaggio). A Siracusa stringe un forte legame di amicizia con Dione, parente del tiranno, in cui Platone ritiene di trovare un discepolo capace di diventare re-filosofo. Dionigi si irrita fortemente con Platone, al punto da farlo vendere come schiavo a Egina. Fortunatamente, a Egina si trova il socratico Anniceride di Cirene che lo riscatta, come ci narra Diogene Laerzio. (La narrazione, forse, e' un po' forzata; Platone potrebbe essere stato costretto a sbarcare a Egina, che, essendo in guerra con Atene, potrebbe averlo preso come schiavo; questa e', comunque, un'ipotesi). Oltre a questo sicuro viaggio in Italia, perche' di esso si parla nella suaLettera VII, e' possibile che Platone ne abbia fatti anche altri in Africa. Ci dice Diogene Laerzio: "Ando' a Cirene da Teodoro il matematico, quindi in Italia dai Pitagorici Filolao ed Eurito. E di qui in Egitto dai profeti, dove dicono gli sia stato compagno Euripide. (...) Platone aveva anche deciso di incontrarsi con i Magi, ma le guerre in Asia lo costrinsero a rinunziarvi". Si tratta di viaggi possibili, ma non confermati in modo preciso.
387 A partire da questa data, Platone, tornato ad Atene, si impegna a fondare una scuola. Acquistato un ginnasio e un parco dedicato all'eroe Accademo, apre qui una scuola che viene chiamata, dal nome dell'eroe, Accademia. Il Menone e' probabilmente il primo manifesto programmatico della scuola. L'Accademia si afferma subito e richiama molti giovani e uomini illustri.
367 Platone si reca una seconda volta in Sicilia, a Siracusa. Morto Dionigi I, gli era succeduto Dionigi II, che, a dire di Dione, avrebbe potuto realizzare i disegni di Platone ben piu' del padre. Ma Dionigi II si rivela subito essere come il padre. Esilia Dione con l'accusa di tramare contro di lui. Trattiene Platone quasi come un prigioniero.
365 In seguito allo scoppio di una guerra, che impegna personalmente Dionigi, Platone puo' lasciare Siracusa e tornare ad Atene.
361 Platone si reca per la terza volta in Sicilia a Siracusa. Dione, che si era rifugiato ad Atene, lo convince ad accogliere il pressante invito di Dionigi II a ritornare, sperando di placare il tiranno. Ma i rapporti con Dionigi si aggravano subito e di molto. Solo per l'intervento di Archita e dei Tarantini Platone si salva.
360 Platone ritorna ad Atene.
357 Dione riesce a prendere il potere in Siracusa.
353 Dione viene ucciso da una congiura capeggiata da Callippo.
347 Platone muore in Atene all'eta' di circa ottant'anni.
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