" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

Parmenide: le vie della ricerca

domenica 29 maggio 2011

| | |
La maggior parte dei versi conservatici del poema di Parmenide riguarda la prima parte; pochi invece la parte concernente le opinioni dei mortali e il modo migliore di descrivere quali sono le vie della ricerca, quale di esse può essere percorsa e quale no.
Da ciò risulta che le vie sono tre: quella che dice che è (essa è percorribile), quella che dice che non è (essa è impercorribile), quella per cui essere e non essere sono ritenuti identici e non identici (la via percorsa dai mortali).
La cosa importante è che la dea illustra a Parmenide le ragioni in base alle quali la seconda via è impercorribile e la terza, pur percorsa dagli uomini, è ingannevole.
La seconda infatti presuppone che si possa pensare e dire ciò che non è; mentre al terza, parlando di nascita e distruzione delle cose, mescola indebitamente e contraddittoriamente "é" e "non è".
La vera via di ricerca deve invece fondarsi soltanto sull'incompatibilità tra "é" e "non è" e sulle conseguenze, anche contrastanti con il mondo delle apparenze sensibili, che ne possono essere trattate mediante il solo ragionamento.








Orbene io ti dirò e tu ascolta attentamente le mie parole,
quali vie di ricerca sono le sole pensabili:
l'una che dice che è e che non è possibile che non sia,
è il sentiero della Persuasione (giacché questa tien dietro alla Verità);
l'altra che dice che non è e che non è possibile che sia,
questa io ti dichiaro che è un sentiero del tutto inindagabile:
perché il non essere né lo puoi pensare ( non è infatti possibile), né lo puoi esprimere.



Bisogna che il dire e il pensare sia l'essere: è dato infatti essere, mentre nulla non è; che è quanto ti ho costretto ad ammettere.
Da questa prima via di ricerca infatti ti allontano,
eppoi inoltre da quella per la quale mortali che nulla sanno vanno errando, gente dalla doppia testa.
Perché è l'incapacità che nel nostro petto dirige l'errante mente; ed essi vengono trascinati
insieme sordi e ciechi, istupiditi, gente che non sa decidersi,
da cui l'essere e il non essere sono ritenuti identici e non identici, per cui di tutte le cose reversibile è il cammino.



Lungo questa sono indizi
in gran numero. Essendo ingenerato è anche imperituro,
tutt'intero, unico, immobile e senza fine.
Non mai era né sarà, perché è ora tutt'insieme,
uno, continuo. Difatti quale origine gli vuoi cercare?
Come e donde il suo nascere? Dal non essere non ti permetterò né di dirlo né di pensarlo. Infatti non si può né dire né pensare ciò che non è. E quand'anche, quale necessità può aver spinto lui, che comincia dal nulla, a nascere dopo o prima?
Di modo che è necessario o che sia del tutto o che non sia per nulla.
Giammai poi la forza della convinzione verace concederà che dall'essere alcunché altro da lui nasca. Perciò né nascere
né perire gli ha permesso la giustizia disciogliendo i legami,
ma lo tien fermo. La cosa va giudicata in questi termini;
è o non è. Si è giudicato dunque, come di necessità,
di lasciar andare l'una delle due vie come impensabile e inesprimibile (infatti non è la via vera) e che l'altra invece esiste ed è la via reale.
L'essere come potrebbe esistere nel futuro? In che modo mai sarebbe venuto all'esistenza?
Se fosse venuto all'esistenza non è e neppure se è per essere nel futuro.
In tal modo il nascere è spento e non c'è traccia del perire.
Neppure è divisibile, perché è tutto quanto uguale.
Né vi è in alcuna parte un di più di essere che possa impedirne la contiguità,
né un di meno, ma è tutto pieno di essere.
Per cui è tutto contiguo: difatti l'essere è a contatto con l'essere.
Ma immobile nel limite dei possenti legami
sta senza conoscere né principio né fine, dal momento che nascere e perire sono stati resospinti ben lungi e li ha scacciati la convinzione verace.
E rimanendo identico nell'identico stato, sta in esso stesso
e così rimane lì immobile; infatti la dominatrice Necessità
lo tiene nelle strettoie del limite che tutto intorno lo cinge;
perché bisogna che l'essere non sia incompiuto:
è infatti non manchevole: se lo fosse mancherebbe di tutto.
E' la stessa cosa pensare e pensare che è:
perché senza l'essere, in ciò che è detto,
non troverai il pensare: null'altro infatti è o sarà
eccetto l'essere, appunto perché la Moira lo forza
ad essere tutto intiero e immobile. Perciò saranno tutte soltanto parole,
quanto i mortali hanno stabilito, convinti che fosse vero:
nascere e perire, essere e non essere,
cambiamento di luogo e mutazione del brillante colore.
Ma poiché vi è un limite estremo, è compiuto
da ogni lato, simile alla massa di ben rotonda sfera
di ugual forza dal centro di tutte le direzioni;
che egli infatti non sia né un po' più grande né un po' più debole qui o là è necessario.
Né infatti è possibile un non essere che gli impedisca di congiungersi al suo simile, né c'è la possibilità che l'essere sia dell'essere
qui più là meno, perché è del tutto inviolabile.
Dal momento che è per ogni lato uguale, preme ugualmente nei limiti.
Con ciò interrompo il mio discorso degno di fede e i miei pensieri intorno alla verità; da questo punto le opinioni dei mortali impara a conoscere, ascoltando l'ingannevole andamento delle mie parole.
Perché i mortali furono del parere di nominare due forme,
una delle quali non dovevano - e in questo sono andati errati-; ne contrapposero gli aspetti e vi applicarono note reciprocamente distinte: da un lato il fuoco etereo
che è dolce, leggerissimo, del tutto identico a se stesso,
ma non identico all'altro, e inoltre anche l'altro (lo posero) per sé con caratteristiche opposte, (cioè) la notte senza luce, di aspetto denso e pesante.
Quest'ordinamento cosmico, apparente come esso è, io te lo espongo compiutamente, cosicché non mai assolutamente qualche opinione dei mortali potrà superarti.


0 commenti:

Posta un commento

Forum filosofico

Mettiti alla prova con il quiz filosofico

Indovinate le opere dei filosofi!!

Indovinate che filosofi sono!

Costruite il simbolo della filosofia!

Puzzle filosofico

Puzzle di Nietzsche!

Il puzzle di Schopenhauer!

Puzzle di un dipinto filosofico!

Il puzzle di un aforisma