" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

Anassagora: intelletto cosmico e intelligenza umana

venerdì 3 giugno 2011

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La dottrina anassagorea dell'intelletto ci è nota attraverso un ampio frammento citato dal neoplatonico Simplicio, vissuto nel VI secolo d.C., nel suo commento alla Fisica di Aristotele.
Tratto saliente di essa è la caratterizzazione dell'intelletto come potere assoluto, separato da tutto e, per ciò stesso, non impacciato o condizionato da nulla e quindi capace di sottoporre tutto al suo dominio.
Proprio questo potere consente all'intelletto di dare origine alla formazione e alla progressiva differenziazione delle cose, pur nella persistenza in tutte dei semi di ogni tipo.







Tutte le altre (cose) hanno parte a tutto, mentre l'intelletto è alcunché di illimite e di autocrate e a nessuna cosa è mischiato, ma è solo, lui in se stesso.
Se non fosse in se stesso, ma fosse mescolato a qualcos'altro, parteciperebbe di tutte le cose, se fosse mescolato a una qualunque.
Perché in ogni cosa c'è parte di ogni cosa, come ho detto in quel che precede: le cose commiste ad esso l'impedirebbero di modo che non avrebbe potere su nessuna come l'ha quand'è solo in se stesso. 
Perché è la più sottile di tutte le cose e la più pura: ha cognizione completa di tutto e il più grande dominio e di quante cose hanno vita, quelle maggiori e quelle minori, su tutte ha potere l'intelletto.
E sull'intera rivoluzione l'intelletto ebbe potere sì da avviarne l'inizio. E dapprima ha dato inizio a tale rivolgimento dal piccolo, poi la rivoluzione diventa più grande e diventerà più grande.
E le cose che si mescolano insieme e si separano e si dividono, tutte l'intelletto ha conosciuto. E qualunque cosa doveva essere e qualunque fu che ora non è, e quante adesso sono e qualunque altra sarà, tutte l'intelletto ha ordinato, anche questa rotazione in cui si rivolgono adesso gli astri, il sole, la luna, l'aria, l'etere che si vengono separando.
Proprio questa rivoluzione li ha fatti separare e dal raro per separazione si forma il denso,, dal freddo il caldo, dall'oscuro il luminoso, dall'umido il secco.
In realtà molte cose hanno parte a molte cose. Ma nessuna si separa o si divide del tutto, l'una dall'altra, ad eccezione dell'intelletto.
L'intelletto è tutto uguale, quello più grande e quello più piccolo. Nessun'altra cosa è simile ad altra, ma ognuna è es era le cose più appariscenti che in essa sono in misura massima (fr. 12).






Dopodiché l'intelletto dette inizio al movimento, dal tutto che era mosso cominciavano a formarsi le cose per separazione, e quel che l'intelletto aveva messo in movimento, tutto si divise. E la rotazione di quanto era mosso e separato accresceva di molto il processo di separazione (fr. 13).








Dal nascere e del perire i Greci non hanno una giusta concezione, perché nessuna cosa nasce né perisce, ma da cose esistenti ogni cosa si compone e si separa.
E così dovrebbero propriamente chiamare il nascere comporsi, il perire separarsi (fr. 17).

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