" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

Le battute dei filosofi (parte 3)

martedì 19 aprile 2011

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Nel secolo dei "Lumi", Kant , che per tutta la vita rimase scapolo, ebbe modo di ironizzare sul gentil sesso; proprio lui, che aveva elevato a principio il coraggio di servirsi del proprio intelletto contro ogni pregiudizio e autorità, sembra perdere con le donne il lume della ragione quando afferma che " le donne dotte adoperano i libri pressapoco come l'orologio, che esse portano per far vedere che ne hanno uno, sebbene di solito esso sia fermo o non vada con il sole "; tuttavia, Kant stesso faceva notare acutamente che " tutto ciò che è stato scritto dagli uomini sulle donne deve essere ritenuto sospetto dal momento che essi sono ad un tempo giudici e parti in causa ".









Autore di mordaci battute contro il sesso femminile fu, nell'Ottocento,Schopenhauer (che di Kant si dichiarava seguace), il quale scrisse addirittura un opuscolo sull'argomento ( L'arte di trattare le donne ): egli fa ad esempio notare che " fra uomini esiste, per natura, soltanto indifferenza; ma fra donne, già per natura, vi è inimicizia... anche solo incontrandosi per strada, si guardano a vicenda come guelfi e ghibellini "; sempre Schopenhauer, di fronte all'insuccesso che nei primi tempi riscuoteva la sua filosofia, potè notare ironicamente: " " io non ho scritto per gli imbecilli.

 Per questo il mio pubblico è ristretto " . Norman Malcom, che fu allievo di Wittgenstein , ci ha lasciato un interessante ritratto del filosofo: " Wittgenstein, è il caso di ricordarlo, affermò una volta che si sarebbe potuto scrivere un'opera filosofica valida composta interamente di battute di spirito (senza essere faceta). Un'altra volta disse che un trattato filosofico avrebbe potuto contenere solo domande (senza risposte). Nei suoi scritti usò largamente entrambi i metodi. Ad esempio: 'Perché un cane non può simulare il dolore? E' troppo onesto?' (Ricerche filosofiche, parte 1^, parag. 250, Einaudi, Torino 1974, p. 120) " (cfr. N. Malcom, Ludwig Wittgenstein, Bompiani, Milano 1974, p. 47). Una volta Wittgenstein affermò : "davvero non riesco a capire come si possa leggere Mind [ rivista filosofica, n.d.r.] invece di Street & Smith [ rivista di gialli,n.d.r. ]. Se la filosofia ha qualcosa a che vedere con la saggezza, senza dubbio in Mind non ce n'è neppure un granello, mentre spesso se ne trova un granello nei racconti polizieschi" (cfr. N. Malcom, Op.cit., p. 55). Malcom riferisce un episodio che lo riguarda : "Nell'autunno del 1940 divenni professore a Princeton, e Wittgenstein mi scrisse:'Le auguro buona fortuna, soprattutto nel suo lavoro all'università...Solo per miracolo riuscirà a svolgere un lavoro onesto insegnando filosofia...' " (cfr. Ibidem, p. 56). 












Il filosofo Bertrand Russell diceva a riguardo del lavoro: " Uno dei sintomi dell'arrivo di un esaurimento nervoso e' la convinzione che il proprio lavoro sia tremendamente importante. Se fossi un medico, prescriverei una vacanza a tutti i pazienti che considerano importante il loro lavoro. " Sempre Russell scrisse: Tutti sanno la storia di quel padre che, bastonando il figlio, gli diceva: "Figlio mio, credimi, fa più male a me che a te". Al che il figlio rispose: "Allora, papà, perchè non lasci che ti bastoni io?" Concluderei con Umberto Eco, il quale, pur non essendo un filosofo di professione, è un cultore dell'umorismo più fine. Eccovi alcune battute da Filosofi in libertà (cfr. U. Eco, Il secondo diario minimo, Bompiani, Milano 1992,pp. 203 ss.): - Tutti gli uomini sono mortali, Socrate è uomo, ergo Socrate è mortale...- Ah, deduttore! - Schopenhauer da piccolo: - Ma che bel bambinone! E com'è che cresci così, dimmi un po'? - Volontà, signora, tutta volontà... - Nietzsche alla biglietteria della stazione: Un biglietto di andata e eterno ritorno... - Gentile in confessione: ...E poi ho commesso un atto puro... - Boutroux va dal datore di lavoro: - E poi naturalmente pretendo l'indennità di contingenza...
Bertrand Russell per spiegare la critica popperiana dell'induzione ricorreva ad un esempio esilarante: "Fin dal primo giorno questo tacchino osservò che, nell'allevamento dove era stato portato, gli veniva dato il cibo alle 9 del mattino. E da buon induttivista non fu precipitoso nel trarre conclusioni dalle sue osservazioni e ne eseguì altre in una vasta gamma di circostanze: di mercoledì e di giovedì, nei giorni caldi e nei giorni freddi, sia che piovesse sia che splendesse il sole. Così, arricchiva ogni giorno il suo elenco di una proposizione osservativa in condizioni le più disparate. Finché la sua coscienza induttivista fu soddisfatta ed elaborò uninferenza induttiva come questa: "Mi danno il cibo alle 9 del mattino". Purtroppo, però, questa conclusione si rivelò incontestabilmente falsa alla vigilia di Natale, quando, invece di venir nutrito, fu sgozzato". 




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