" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

Al Gazali

venerdì 4 marzo 2011

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Allo spirito filosofico di Avicenna fa riscontro lo spirito religioso di Al Gazali, il più celebre dei teologi musulmani. Al Gazali, detto dagli scolastici latini Algazel, nacque a Tous nel Khorasan nel 1059. Insegnò dapprima nel collegio di Bagdad, poi a Damasco, Gerusalemme e Alessandria. In seguito si ritirò a Tous, sua città natale, dove si dedicò alla vita contemplativa dei Sùfi (mistici) e compose un gran numero di scritti con lo scopo di stabilire la superiorità dell'islamismo su tutte le altre religioni e sulla stessa filosofia.
Il più celebre di questi scritti teologici fu quello intitolato "Restaurazione delle scienze religiose", opera di teologia e di morale divisa in quattro parti che trattavano le cerimonie religiose, delle prescrizioni relative alle diverse circostanze della vita, dei vizi e delle virtù. 
Abbandonato il suo ritiro, Al Gazali riprese la direzione del collegio di Bagdad, ma negli ultimi tempi della sua vita si ritirò di nuovo a Tous, vi fondò un monastero per i Sufi e passò il resto dei suoi giorni nella contemplazione e nelle pratiche religiose. Morì nel 1111.
Verso la metà del XII secolo, Domenico Gundisalvi tradusse due opere di Al Gazali: "Le tendenze dei filosofi e La distruzione dei filosofi". Nella prima Al Gazali non fa che esporre in sintesi i risultati della filosofia del suo tempo, principalmente di Al Farabi e di Avicenna. Egli evita di esporre in questo libro critiche di qualsiasi genere e si limita a riportare le dottrine di questi filosofi. Nella seconda opera invece si propone di opporre alle argomentazioni dei filosofi ragionamenti che ne mostrino la nullità. Il fine di questa seconda opera è dunque essenzialmente negativo. Per la parte positiva del suo sistema egli rimanda all'opera sulla "Restaurazione delle scienze religiose".



La sola filosofia che Al Gazali prende di mira nella sua "Distruzione dei filosofi" è quella di Avicenna. E la cosa s'intende. La dottrina di Avicenna è una filosofia della necessità: Dio è lo stesso essere necessario, e anche il mondo come realtà in atto è necessario in rapporto a Dio.
Ora Al Gazali si propone invece, ricollegandosi alla tradizione dei Mutakallimun, di riaffermare energicamente la libertà dell'azione divina, presupposto di ogni atteggiamento religioso. Le sue critiche devono dunque dirigersi a smantellare le ragioni di quell'ordine necessario, cioè in Dio.
Se questo essere fosse, come Avicenna ritiene, assoluta unità, da esso non potrebbe derivare la molteplicità delle emanazioni e delle cose create. Secondo Avicenna, tutto è prodotto dalla causa prima, mediante la semplice conoscenza che essa ha di se stessa.
Ma se conoscendo se stessa essa conosce altresì tutte le cose create, ciò significa che essa contiene in sé queste cose e dunque non è così semplice e così necessaria come si dice.
Dall'altro lato neppure la creazione divina è necessaria. Il mondo è stato creato da una volontà eterna che ne aveva decretata l'esistenza e che aveva posto a tale esistenza limiti definiti nel tempo.





Secondo Avicenna, ciò implicherebbe un mutamento nella volontà divina, mutamento inconciliabile con l'eterna necessità di essa. Ma questo mutamento non offre appiglio ad alcuna obiezione per Al Gazali, che non vede più in Dio l'essere necessario.
La critica di Al Gazali alla necessità propria dell'essenza divina, alla necessità e quindi all'eternità del mondo, culmina nella critica al concetto stesso di necessità, espresso nel principio causale. Non è necessario che vi sia, tra le cose che accadono solitamente, un rapporto causale. Causa ed effetto sono perfettamente distinti l'uno dall'altro e non sono legati assieme quanto alla loro esistenza.
Il rapporto tra il fuoco e la combustione di un oggetto qualsiasi non è determinato dall'azione del fuoco, ma dall'azione diretta di Dio. "Il fuoco, che è qualcosa di inanimato, non può esplicare alcuna azione. Per quale motivo dovrebbe considerarsi attivo? I filosofi non hanno altra ragione di questa affermazione se non la testimonianza che all'avvicinarsi del fuoco sopravviene la combustione. Ma questa testimonianza implica soltanto che l combustione sopravviene insieme con il fuoco, non che essa proviene dal fuoco; non esclude perciò che ci sia altra causa, al di fuori di esso".
Quest'altra causa, la sola vera causa, é Dio. Ma l'azione di Dio è libera e non legata ad un ordine determinato. La possibilità del miracolo è così garantita.
La figura di Al Gazali rappresenta la reazione della teologia musulmana alla filosofia della necessità propria di Al Farabi e di Avicenna.
La parte positiva della dottrina di Al Gazali è quella mistica: egli attribuisce il massimo valore alla pratica della religione. E così le sue opere fondamentali sono quelle di morale: per lui "la scienza è l'albero, ma la pratica è il frutto".

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