" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

lunedì 7 marzo 2011

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Da Aristotele e Komeini

Dalla luce della ragione all’oscurità del fanatismo religioso.

 

La lunga 

parabola della civiltà araba.

  






Dopo aver completato la conquista militare e politica del medio oriente, giungendo sino alle porte di Bisanzio, il mondo arabo-islamico si lanciò alla conquista della civiltà, della scienza e della filosofia greche. Tutte le opere scientifiche e filosofiche greche vennero tradotte e persino, come nel caso di Platone, commentate e parafrasate. Aristotele, in particolare, venne riconosciuto dalla cultura e dalla scienza araba come la figura di riferimento per eccellenza.
Il mondo arabo allora si sentiva e si proclamava erede e continuatore del mondo ellenistico. Iniziava allora la civiltà del Medio evo arabo che, in verità, era un vero e proprio Rinascimento, mentre l’occidente era sprofondato nel più oscuro Medio evo cristiano, avendo perso, salvo rarissime eccezioni, la memoria della precedente storia e cultura latina e in particolare completamente di quella greca.
I romani, infatti, conoscevano il greco e quindi moltissime opere greche all’epoca non vennero tradotte in latino sicché, persa la conoscenza della lingua greca, gli occidentali non erano stati più in grado di leggere quei testi.
Fu grazie agli arabi, che avevano imparato il greco, che quelle opere vennero recuperate e tradotte anche in latino, per poter poi tornare alla conoscenza dell’occidente ancora latino.
Straordinaria fu in quel tempo e a quel fine l’opera di due grandi studiosi e scienziati arabi: il medico Avicenna, in arabo Ibn Sina, e il filosofo e matematico Avveroè, in arabo Abu I-Walid Muhammad, ritenuto il più grande studioso di Aristotele.
La fioritura della civiltà arabo-islamica, che si era estesa dal nord Africa al sud dell’Europa, nelle isole mediterranee e nel sud della Spagna, per quanto grandiosa fu tuttavia di breve durata, il giusto tempo per consentire all’occidente imbarbarito di recuperare la storia e la cultura greco-latina e uscire dal suo Medio evo per intraprendere il proprio Rinascimento, nuovamente sotto la “stella” della cultura ellenistica e di Aristotele in particolare.
Nel frattempo l’Islam precipitava sotto le devastanti penetrazioni dei nuovi barbari: turchi, mongoli e berberi.
E’ in questo contesto di collasso economico, sociale e culturale che si fa avanti e si impone in tutto il mondo arabo, e convertito all’Islam, il predominio della religione che, come primo effetto, si ritorce contro la stessa storia del suo popolo, aggredendo radicalmente il patrimonio acquisito della cultura ellenistica e demonizzandone la filosofia, la scienza, l’arte e la letteratura quali cause di allontanamento e di negazione della divinità.
Il Medio oriente si impoverisce e cade quindi sotto la dominazione degli Ottomani, etnia caucasica convertita all’Islam, che riesce a conquistare Bisanzio ponendo fine a quel che restava dell’Impero Romano d’Oriente.
La fede religiosa restò così l’ultimo collante del vastissimo mondo arabo e, grazie soprattuto ai turchi, si diffuse anche oltre il Medio oriente sino a raggiungere il cuore dell’Asia caucasica, sino in Siberia, nella penisola indiana e negli arcipelaghi  dell’oceania.
La crisi economica, sociale e culturale del nord Africa e del Medio oriente non è ancora terminata e dunque ancora forte è il ruolo retrivo della religione, pronto a riaffiorare in tale forma anche nelle altre realtà islamizzate centro asiatiche di recente ricadute nel caos e nella povertà in seguito al collasso 
dell’Unione Sovietica.

Fonte: Rivista "Piazza del grano"

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