Bahya ibn Paquda visse in Spagna nella prima metà dell’XI secolo. Fu l’autore del primo sistema di norme etiche ebraico, scritto in Arabo nel 1040 con il titolo al-Hidāya ilā faraʾiḍ al-qulūb, vale a dire "Guida ai doveri del cuore", e fu tradotto in Ebraico da Judah ben Saul ibn Tibbon nel 1161-1180 con il titolo Hovot ha-Levavot, Doveri del cuore.
Sebbene egli citi frequentemente le opere di Saadya Gaon, non appartiene alla scuola razionalistica dei mutaziliti che seguiva Saadya, ma come il suo contemporaneo un po’ più giovane, Shelomo ibn Gvirol (1021-1070), aderiva al misticismo neoplatonico. Utilizzò spesso l’ordine degli enciclopedisti arabi conosciuto come "i Fratelli della Purezza". Incline al misticismo contemplativo e all’ascetismo, Bahya eliminò dal suo sistema ogni elemento che gli sembrava potesse offuscare il monoteismo o essere in contrasto con la legge ebraica. Aveva l’intenzione di creare un sistema religioso allo stesso tempo elevato, puro ed in pieno accordo con la ragione.
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