" Il mio scopo è mettere il lettore in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi."
Friedrich W. Nietzsche

Averroè: vita e opere

sabato 5 marzo 2011

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Ibn-Rosch o Averroè, il più celebre dei commentatori arabi di Aristotele, nacque a Cordova nel 1126. Il nonno e il padre erano giureconsulti e giudici e la stessa carriera fu intrapresa da Averroè, il quale però studiò anche con grande entusiasmo la medicina, la matematica e la filosofia.
Si è visto come fu presentato da Ibn-Tofail alla corte del re Yussuf. Questo re gli affidò numerosi incarichi politici per i quali Averroè fu costretto spesso a viaggiare in Spagna e nel Marocco. Il sucessore di Yussuf, Almansur, protesse anch'egli Averroè. Ma quando questi cadde in sospetto di eresia e fu accusato, come molti altri dotti arabi del tempo, di promuovere la filosofia e la scienza dei Greci a detrimento della religione musulmana, Almansur lo relegò nella città di Elisana (Lucena) presso Cordova e gli fece divieto di uscirne.
Averroè ebbe allora a subire gli insulti dei fanatici. Egli stesso racconta che una volta, recatosi con il figlio alla moschea per la preghiera del pomeriggio, ne fu scacciato via dal popolino.




In seguito fu mandato in Marocco e non vide più la Spagna. Morì il 10 dicembre del 1198, all'età di 73 anni. Le sue opere erano state, per ordine di Almansur, tutte distrutte e si diffusero nell'Occidente latino in traduzioni ebraiche.
Tra le opere di Averroè stanno in prima linea i "Commentari" aristotelici: si distinguono i grandi commentari, i commentari medi e le parafrasi o analisi. Dai rinvii contenuti in queste opere si può supporre che egli abbia composto i commentari medi prima dei grandi e le parafrasi o analisi contemporaneamente o quasi ai commentari medi.
Oltre questi commentari, ha composto: 1° "La distruzione della distruzione dei filosofi di Algazali" che è una confutazione dello scritto di Al Gazali; 2° "Questioni o dissertazioni" sui diversi passaggi dell'Organo aristotelico; 3° "Dissertazioni fisiche" o piccoli trattati su diverse questioni della fisica aristotelica; 4° Due dissertazioni sulla congiunzione od unione dell'intelletto separato con l'uomo; 5° Una dissertazione sulla questione "se sia possibile che l'intelletto (intelletto materiale o ilico) comprenda le forme separate o astratte"; 6° Una confutazione dello scritto "Sulla divisione degli esseri" di Avicenna; 7° Un trattato sull'accordo della religione con la filosofia; 8° Un trattato sul vero significato dei dogmi della religione, composto a Siviglia nel 1179.
Fonte: Storia della filosofia di Abbagnano

1 commenti:

Anonimo ha detto...

sono post importanti questi, soprattutto in questo periodo, fanno capire che la multiculturalità è possibile..basta appunto aprire la mente..
Alessandro

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